Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_1789315
Anno: 
2019
Abstract: 

L'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica di Roma viene fondata nel 1935 da Silvio d'Amico con il fine di creare una scuola di recitazione dove si potessero formare "attori moderni" in grado di vivere e abitare la scena teatrale in maniera innovativa, rompendo il legame con la tradizione capocomicale.
Nella prima generazione di interpreti femminili formatesi presso l'Accademia si annoverano Ave Ninchi, Miranda Campa, Nerina Bianchi e Anna Canitano.
La ricerca proposta mira a indagare il periodo di formazione di queste attrici, a partire dalla constatazione che, fatta in parte eccezione per Ave Ninchi, la storiografia teatrale finora non si è soffermata sulla parabola artistica di tali interpreti e sulla loro formazione.
L'intento da un lato è quello di ricostruire il periodo della formazione accademica delle attrici negli anni Trenta per comprendere la natura del progetto pedagogico di d'Amico e la prassi scenica messa in atto nella scuola di recitazione da egli fondata, dall'altro si tenterà di coniugare le istanze della storiografia teatrale con le riflessioni della storia delle donne e degli studi di genere.
La prima generazione di attrici formatesi in Accademia, infatti, essendo protagonista di un'era di passaggio in cui il volto del teatro italiano cambia radicalmente, determinerà in maniera attiva l'affermazione di un nuovo paradigma teatrale che sarà elaborato in maniera originale. Pertanto si ritiene importante comprendere se, è in che modo, è possibile parlare di autorialità delle attrici nella fase aurorale del teatro di regia in Italia e come tale autorialità si manifesta già durante gli anni della formazione accademica.

ERC: 
SH5_4
Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_2278055
Innovatività: 

L¿innovatività della ricerca risiede nel proposito di mettere a confronto le teorie teatrali sulla recitazione con i documenti d¿archivio che consentiranno di giungere a una ricostruzione di una fase del Novecento teatrale ancora in parte inesplorata, coniugando alla storiografia teatrale gli studi di genere, volti a comprendere, ad esempio, che tipo di immagine veicolano le attrici di formazione accademica in termini di ricezione della figura femminile da parte della critica e come tale immagine viene narrata dalla critica stessa sui quotidiani e sulle riviste specializzate.
Si tenterà altresì di rintracciare un nuovo paradigma teatrale, nato dalla fusione della pedagogia di matrice accademica con le teorie e le pratiche sceniche europee. Una volta che tale paradigma sarà rintracciato e codificato, si mirerà pertanto a ottenere un avanzamento delle conoscenze rispetto allo stato dell¿arte.
Ad oggi siamo in presenza di significative carenze, laddove manca, come si è visto, uno studio sistematico al riguardo. La prima generazione di attrici formatesi in Accademia, non è ancora stata studiata, parimenti l¿operato di queste attrici non è stato ancora problematizzato adeguatamente: si mirerà pertanto ad apportare un contributo originale che possa fungere da stimolo per ulteriori approfondimenti e indagini.
Dopo aver contestualizzato il caso di studio della formazione delle attrici da un punto di vista storico e sociale, si procederà a rintracciare quelle intersezioni che possono rivelare la struttura del nuovo paradigma teatrale che si afferma in Italia alla fine degli anni Trenta grazie all¿operosità di d¿Amico. Se il critico e teorico, fondatore dell¿Accademia, ha cercato durante il suo percorso attraverso la storia teatrale e culturale italiana della prima metà del Novecento di coniugare sempre la teoresi e la prassi, l¿ideologia riformatrice e la pedagogia, per giungere a una recitazione moderna, innovatrice, che potesse propagarsi come un ¿virus salvifico¿ sulle scene nostrane sostituendosi alle degenerazioni di un sistema capocomicale in crisi, tale attitudine è altresì riscontrabile nell¿operato delle sue allieve. Mettere in evidenza questo aspetto, oltre ad essere uno dei fini della ricerca si rivela anche un modo per interrogarsi sulle dinamiche che caratterizzano il dialogo tra prassi registica e prassi attorica nel Novecento teatrale italiano.
Gli insegnanti di recitazione che d¿Amico assolda per l¿Accademia, seppur inseriti all¿interno di un progetto e di un processo riformatore provengono tutti dal teatro di tradizione capocomicale, di cui erano stati importanti esponenti (Luigi Almirante, Irma Gramatica, Gualtiero Tumiati), pertanto trasmettono agli allievi un bagaglio di saperi e tecniche fortemente contrassegnati e legati alla tradizione, determinando un¿inevitabile contraddizione tra le istanze estetiche ed ideologiche di d¿Amico e la prassi quotidiana della formazione teatrale accademica.
Le allieve-attrici riescono a rielaborare in modo originale questo bagaglio di saperi e tecniche provenienti dalla tradizione? In che misura riescono a contribuire all¿affermazione del un nuovo paradigma teatrale che rivoluzionerà la storia della recitazione italiana novecentesca? In che modo le attrici si dotano di un potere creativo all¿interno del processo di realizzazione scenica? Trovare una risposta a queste domande, oltre a essere uno degli obiettivi della presente ricerca, è ciò che consentirà di fare un ulteriore passo avanti rispetto allo stato dell¿arte e agli interrogativi che la storiografia teatrale si è finora posta in merito, per comprendere se, e in che modo, è possibile parlare di un'autorialità femminile nella recitazione italiana di matrice accademica negli anni Trenta.

Codice Bando: 
1789315

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