La recente proposta degli eurodeputati (25 marzo 2021) "Empowering Africa: Parliament defines strategy for a new EU-Africa partnership" definisce "nuova strategia UE-Africa che ponga le basi per un partenariato all'altezza degli interessi di entrambe le parti e che dia ai paesi africani i mezzi per raggiungere uno sviluppo sostenibile." (pandemia e cambiamento climatico, ecc.).
Nel corso dell'ultimo ventennio, mentre le azioni dei governi, della cooperazione allo sviluppo, e delle agenzie non governative promuovevano "architetture per l'emergenza", un insieme di operazioni finanziare hanno riqualificato il `territorio' Africano (ed altri luoghi del Sud Globale) trasformandoli in siti di sfruttamento per le risorse, senza favorirne l'effettiva modernizzazione.
Ripensare oggi ad un 'Piano di incremento e occupazione operaia' per la riqualificazione urbana e infrastrutturale costituirebbe una sfida rilevante e sostenibile rispetto alle culture costruttive locali, con minimi incrementi tecnologici per azioni di massa e l'uso di tecnologia a basso costo, e potrebbe essere la strategia sostenibile per incrementare la qualità dell'ambiente urbano e la salubrità dei territori. Sarebbe un Piano utile tanto per l'Italia quanto per l'Africa. L'esperienza degli architetti italiani che hanno operato nel secondo dopoguerra nel Mediterraneo allargato, riconsiderata in un quadro aggiornato di interpretazioni, costituirà lo sfondo di conoscenze e di modelli, per elaborare sperimentazioni didattiche e progettuali. Si considererà con particolare riguardo l'esperienza dell'INA Casa, intesa nel suo complesso come 'Piano Incremento Occupazione Operaia' finanziato con il Piano Marshall (1947). I quattordici anni di attività del piano rappresentarono una fase significativa della politica economica del dopoguerra, una delle più importanti, consistenti e diffuse esperienze di realizzazione nel campo dell'edilizia sociale nel nostro Paese.
L'aspetto innovativo e inedito è rappresentato dalla network accademico che coinvolge istituzioni africane e italiane. Alcuni contatti sono stati già presi con alcuni docenti sud africani, sudanesi ed egiziani, che sono disponibili a condividere lezioni e azioni sul campo, per redigere le quali sono necessari materiali didattici che, messi a confronto costituiranno un nuovo complesso di ricerche e conoscenze da sistematizzare: Belula Tecle Misghina (Durban University of Technology), Yashaen Luckan (UKZN), Mark Raymond (University of Joannesburg), Sahar Attia, (University of Cairo), Gamal Hamid (Khartoum University).
La possibilità di leggere complessivamente (geografia e cronologia) il patrimonio di azioni svolte in più paesi da una cerchia ristretta di progettisti italiani e africani può offrire la possibilità di nuovi punti di vista storiografici e interpretativi, che superino alcune letture oramai insufficienti ad spiegare alcune vicende storiche ritenute esemplari per la sperimentazione morfologica, tipologica e del linguaggio architettonico.
Uno dei principali aspetti innovativi della presente ricerca è quello di voler costruire in un quadro sinottico complessivo dell'attività di progettazione/costruzione degli architetti italiani all'estero, in particolare nel Mediterraneo e in Oriente. Solitamente le vicende progettuali e gli esiti costruiti di tali esperienze viene indagata nelle opere monografiche dei rispettivi autori ed entro un quadro concettuale ed interpretativo che vede gli autori delle opere aderire o meno a posizioni moderniste (razionalismo) o tradizionaliste (vernacolare).
La parte più nota e documentata della vicenda che si intende indagare, lunga mezzo secolo, è quella degli anni '50-'70, in particolare quella più prossima alle vicende del CIAM del 1947 (CIAM6 Cities Reimagined, tenuto a Bridgewater UK) nel quale Candilis, Josic, Woods ebbero un ruolo importante.
Su questo periodo è rilevante la mostra organizzata da Maristella Casciato e Tom Avermaete presentata al Canadian Centre for Architecture a Montréal (Canada) "Casablanca Chandigardth" evidenzia "How architects, experts, politicians, international agencies and citizens negotiate modern planning: Casablanca Chandigarh [...] With this gathering of delegates the centre of CIAM had shifted with the migration of its members from Germany and Spain to Britain and America. The map of CIAM¿s influence was expanding to India, Sri Lanka, Africa, Cuba and South America while it was shrinking in Russia and Eastern Europe with the approaching Cold War. By 1947 more women had a role to play as do young members just starting to practice. T". (http://www.ciam6.co.uk/)
Oppure, ad esempio, i saggi di Alberto Ferlenga, 'Fernand Pouilllon: Le pietre di Algeri' in Casabella 66, no. 706/707, 2002/03, pp. 49/51; e di Jean¬Lucien Bonillo, 'Fernand Pouillon in Algier', in Bauwelt 94, no. 26, 2003, pp. 50/59.
Le vicende e i protagonisti fra gli anni '70-'90 sono documentate meno sistematicamente. Certamente un contributo sintetico è il catalogo della Mostra Biennale di Venezia del 1982 "Architettura nei paesi islamici: seconda mostra internazionale di architettura".
La ricerca, dunque, documenterà i risultati degli studi preparatori e dei più significativi esiti didattici (secondo e terzo livello) della sperimentazione.
Alcuni contatti sono stati già presi con alcuni docenti sud africani, sudanesi ed egiziani, che sono disponibili a condividere lezioni e azioni sul campo, per redigere le quali sono necessari materiali didattici che, messi a confronto costituiranno un nuovo complesso di ricerche e conoscenze da sistematizzare: Belula Tecle Misghina (Durban University of Technology), Yashaen Luckan (UKZN), Mark Raymond (University of Joannesburg), Sahar Attia, (University of Cairo), Gamal Hamid (Khartoum University).
Un'altro aspetto che si ritiene rilevante è proporre schemi e soluzioni praticabili, sostenibili, realizzabili, che superino o affianchino la tipologia già diffusa delle "buone pratiche", e che tengano conto delle tecniche tradizionali, ridefinendo e ricalibrando il processo di riqualificazione e l'addestramento della popolazione locale ad utilizzare e autoprodurre sistemi di costruzione semplici con piccole innovazioni che li rendano più efficaci ed efficienti.