Anno: 
2017
Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_733640
Abstract: 

La chiesa di San Leone sorge nell'area cimiteriale di Capena (l'antica Leprignano), poco distante dall'odierno centro abitato.
Tra i primi edifici in Italia ad essere nominato Monumento Nazionale per la sua 'estrema eccezionalità' come scrisse il Matthiae, la chiesa divenne tappa per i numerosi viaggiatori che dal Settentrione si recavano a Roma, seguendo la via Tiberina. Sconosciuta agli studiosi, essendo chiusa al pubblico da decenni, San Leone risulta un importantissimo edificio da riscoprire per il suo valore storico-artistico. Centrante negli studi sull'Alto Medioevo, con particolare riferimento alle ricerche sull'arredo liturgico medievale e al rapporto spazio-architettura, la chiesa conserva al suo interno una pergula in marmo posta al centro della navata maggiore.
Pergula che ad oggi risulta un unicum nel territorio dell'Italia centrale, essendo la sola sopravvivenza di recinzione presbiteriale altomedievale conservatasi nella sua totale integrità.
Nonostante l'importanza dell'edificio, la mancanza di studi monografici hanno relegato nell'oblio il monumento, oggi in condizione di semiabbandono a causa di problemi strutturali.
Il progetto qui proposto, che vede il supporto degli enti locali ed in particolar modo del Comune di Capena, ha lo scopo di avviare la riscoperta di un edificio che, pur piccolo nelle sue dimensioni, si rivela di particolare importanza per lo studio degli arredi liturgici altomedievali delle chiese romane e del territorio laziale, con il fine ultimo di pubblicare le ricerche sotto forma di una monografia che possa offrire una base scientifica per la valorizzazione del monumento e per la diffusione della suo conoscenza in ambito accademico.

Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_944346
Innovatività: 

La presenza nella chiesa di San Leone di un'opera di grande pregio che risulta essere un unicum nel panorama nazionale come la pergula, può essere, se portata a conoscenza degli studiosi, un importante modello a cui riferire lo studio delle suppellettili liturgiche. La rilevante opera di catalogazione dei frammenti altomedievali avviata da decenni dal CISAM, ha evidenziato l'importante numero di sculture altomedievale che, in forma frammentaria, si conservano nelle chiese italiane. Plutei, pilastrini, capitelli e archetti sono piena testimonianza di un interessante passato altomedievale degli edifici chiesastici, ma la ricostruzione delle forme originali è resa difficoltosa dalla frammentarietà delle sopravvivenze scultoree che risultano nella maggior parte dei casi completamente decontestualizzate. Inoltre, a ostacolare ulteriormente qualunque tentativo di analisi da parte degli studiosi, è la mancanza di modelli a cui riferire il tentativo di ricostruzione degli arredi liturgici. Uno studio monografico sul San Leone, permette di affrontare, per la prima volta, quelle problematiche che non solo sono legate alla chiesa capenate, ma che risultano proprie di numerosi edifici sia sul piano architettonico sia per l'arredo scultoreo.
Riflettere sulla scansione binata dell'edificio permette di prendere in considerazione ipotesi sui modelli di diffusione architettonica nelle regioni del centro Italia, ovvero comprendere se, al di fuori di Roma, i riferimenti erano unicamente le grandi basiliche paleocristiane o se la diffusione degli impianti mononave e a scansione binata non fossero una rara eccezione nel panorama periferico.
La chiesa di San Leone rientra, quindi, nel grande dibattito sui rapporti tra periferia e centro, ovvero nell'ambito di quegli studi che analizzano come novità dei grandi centri fossero recepite e rielaborate nei territori periferici.
A questo va aggiunto il problema delle terre a nord di Roma rientranti nei possedimenti del Monastero di San Paolo fuori le mura.
Le difficoltà di accesso all'Archivio del Monastero ha scoraggiato, negli anni, studi specifici sui territori della Sabina che, fino al XIX secolo furono sottomessi al dominio dei monaci benedetti. La conoscenza dei carteggi conservati nell'Archivio del Monastero di San Paolo fuori le mura permetterà di conoscere l'organizzazione di queste terre, la giurisdizione a cui erano sottoposte e la diffusione dei canoni costruttivi, riferiti nel nostro caso all'edilizia sacra e comprendere, inoltre, come la diffusione del modello romano fu percepito in quei territori non sottoposti direttamente alla giurisdizione della chiesa di Roma, ma possesso di enti monastici.
Infine, l'attenzione verrà rivolta ai taccuini di viaggio, disegni, acquerelli e spolveri che eruditi e viaggiatori realizzarono nel corso dell'Ottocento. Di particolare importanza risultano gli spolveri realizzati dal Mazzanti ed oggi conservati all'archivio della GNAM (Galleria nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea). Dei numerosi spolveri molti si riferiscono al materiale scultoreo della chiesa di San Leone. Lo studio del materiale permetterà di ricostruire la disposizione dell'arredo liturgico nella chiesa a metà dell'Ottocento, ovvero prima dell'avvio della campagna di restauro che mutò in modo irreversibile gli interni dell'edificio. A questo si aggiunge la possibilità di studiare e analizzare anche gli spolveri delle opere rubate sul finire del secolo scorso e documentate solamente da rare fotografie, nonché la possibilità di portare a conoscenza l'esistenza di un fondo di grande interesse per gli studi specialisti come quello Mazzanti.

Codice Bando: 
733640
Keywords: 

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