L¿ipotesi centrale della ricerca di ambito linguistico generale consiste nel postulare un¿unità semantica di aspetto grammaticale e azione verbale, la quale può essere opportunamente dimostrata in una prospettiva contrastiva.
La ricerca si occupa dell'aspettualità. Quest'ultima corrisponde alla struttura temporale interna di stati di cose. L'aspettualità si esprime principalmente in due categorie formali, aspetto grammaticale e azione verbale. Gli approcci tradizionali assumono tra queste due una differenziazione sia formale che semantica. Codesti modelli vengono chiamati bidimensionali. All'opposto esistono anche teorie monodimensionali. La proposta di quest'ultime è che le due categorie siano certamente differenti al livello formale, mentre semanticamente si riferiscono alla stessa categoria di contenuto astratta, dell'aspettualità. Di conseguenza, aspetto grammaticale e azione verbale al livello del significato non possono essere divisi.
Nella ricerca qui proposta si tenterà di sviluppare l¿argomentazione a favore di un approccio monodimensionale applicando un confronto teorico-linguistico tra il tedesco e l¿italiano. La base per questa scelta è l¿onomasiologie éclairée proposta da Koch (2003 in Dessì Schmid 2014: 70) e evidenziata da Dessì Schmid (2014), la quale pone una verifica di concetti mentali in varie lingue per mostrarne la validità. Intendo concentrarmi sulle costruzioni tedesche costituite da verbo e particella. Questo tipo di formazione delle parole è altamente produttivo nella lingua tedesca ed è stato al centro di varie discussioni scientifiche (si veda ad es. Stiebels 1996). Le analisi finora presenti in ambito germanistico hanno assunto la concezione bidimensionale dell'aspettualità e l'hanno applicata agli studi empirici. Sarà obiettivo della ricerca proposta evidenziare i problemi legati agli approcci bidimensionali per quanto riguarda il fenomeno indicato, per poi proporre un'applicazione di un modello monodimensionale.
Il progetto proposto è fortemente innovativo, in quanto applichi un modello nuovo alle formazioni delle parole tedesche. Finora le analisi presenti fanno riferimento alle teorie classiche bidimensionali (si veda p.es. Stiebels 1996). L'assunzione di questa concezione dell'aspettualità è, però, legata a delle difficoltà formali e semantiche. Si è visto che il contenuto aspettuale di uno stato di cose è dipendente da varie componenti di carattere grammaticale e lessicale. Queste componenti stanno in continua interazione per formare il significato complesso dell'enunciato. Appunto questa stretta collaborazione impedisce l'applicazione di teorie bidimensionali, in quanto ipotizzano una differenza semantica tra aspetto grammaticale e azione verbale. Anche gli approcci che non si riferiscono specificamente alla bidimensionalità (si veda ad esempio Dewell 2011) offrono prove aggiuntive per constatare l'importanza di questa interazione situata su vari livelli linguistici. Come indicato precedentemente, Dewell (2011) è un buon punto di partenza, perché rende più ovvie le mescolanze semantiche tra le categorie formali, anche se non indicate esplicitamente. L'applicazione delle prospettive di Talmy (2000 in Dewell 2011) da parte dell'autore, però, non elabora dettagliatamente le strutture temporali interne, ma mette a disposizione più un quadro generale, il quale necessita di un'indagine più approfondita. L'approccio utilizzato per la propria ricerca tenterà di specificare i contenuti e le modifiche aspettuali inerenti alle costruzioni tedesche. La sua composizione di tre prospettive differenti basate sulla concezione del frame permette di cogliere le sfumature sottili degli enunciati e, allo stesso momento, è in grado di rendere conto del contesto pragmatico. Questo fattore, come si è visto, è di particolare importanza per l'argomentazione in favore della monodimensionalità e viene sottolineato anche dall'autrice stessa (si veda Dessì Schmid 2014). A differenza dell'Argumentlinking, esso verrà considerato, se rilevante per il contenuto aspettuale. Tuttavia, la struttura argomentale non è parte diretta del significato, ma rappresenta soltanto la base per l'interpretazione temporale.
L'innovatività della ricerca consiste, quindi, in sostanza nel superamento delle difficoltà legate alla bidimensionalità riguardante la formazione delle parole tra verbo e particella. Viene offerto un resoconto dei dati attualmente disponibili che mette in luce i loro aspetti meno convincenti per, poi, cercare di trarre da qui la base di un'argomentazione diversa. È, inoltre, innovativo in quanto permette di approfondire gli aspetti semantici delle costruzioni in questione. Questo fatto è particolarmente rilevante, perché porta ad una comprensione più completa del sistema linguistico tedesco e delle sue peculiarità.