I versamenti pleurici neoplastici sono una sequela frequente e fortemente invalidante in pazienti affetti da differenti tipologie di tumori. Tale patologia viene abitualmente trattata, a scopo palliativo, tramite pleurodesi chimica, nella maggior parte dei casi con utilizzo di talco sterile.
Il monitoraggio post-procedurale viene effettuato tramite drenaggio toracico e radiografia standard del torace in 2 proiezioni. L'obiettivo del nostro studio è dunque quello di valutare l'utilizzo dell'ecografia toracica, metodica non invasiva e scevra da radiazioni ionizzanti, nella valutazione della riuscita della procedura eseguita in videotoracoscopia.
Saranno arruolati nello studio 50 pazienti, i quali verranno sottoposti ad ecografia toracica con valutazione dello sliding pleurico in differenti zone del torace con assegnazione di uno score complessivo. Tali valutazioni verranno effettuate prima della procedura, dopo il completo svuotamento del cavo pleurico (T0), in prima giornata post-operatoria (T1), in terza giornata post-operatoria (T2), dopo la rimozione del drenaggio pleurico (T3), a sette giorni dalla dimissione (T4) e infine a un mese dalla dimissione (T5). Correleremo i risultati ottenuti con il tasso di recidive di versamento pleurico e il tempo di ospedalizzazione.
Ci aspettiamo di osservare che l¿ecografia toracica, avendo caratteristiche di imaging funzionale, riesca a valutare in maniera accurata la riuscita della pleurodesi chimica in modo non invasivo, senza esposizione a radiazioni, senza necessità di mobilizzare il paziente e che, infine, ci permetta di ridurre i tempi di ospedalizzazione in una classe di pazienti fragili.
Questo studio si pone l'obiettivo di valutare il possibile utilizzo dell'ecografia toracica come strumento di valutazione precoce di efficacia della pleurodesi chimica per via toracoscopia.
Attualmente tale valutazione si effettua tramite la valutazione giornaliera della quantità di liquido pleurico prodotta e raccolta nei drenaggi e sulle radiografie del torace. l'utilizzo dell'ET, strumento che ci permette una valutazione funzionale dell'sistema respiratorio oltre che di imaging puro, può rappresentare uno strumento estremamente efficace nella valutazione post-operatoria del paziente, con un costo sostanzialmente irrisorio, senza esposizione del paziente a radiazioni, con una possibile buona tollerabilità del paziente stesso nei confronti della procedura, e soprattutto al letto dello stesso. Come precedentemente detto, tale metodica ha però il bias di essere operatore-dipendente: è quindi necessario che la procedura venga eseguita da personale appositamente formato.
Come precedentemente affermato, la metodica è stata validata in diversi studi per l'utilizzo nelle pleurodesi "slurry", ma attualmente, a livello nazionale ed internazionale, non vi sono studi che dimostrino il possibile utilizzo dell'ET nella valutazione dell'efficacia della pleurodesi per via videotoracoscopica.
Inoltre, L'ET, riesce a identificare, come precedentemente affermato, con maggior specificità rispetto alla radiografia del torace, la presenza di versamento pleurico. Questo aspetto risulta essere estremamente importante nella caratterizzazione dell'ipodiafania radiografica. Infatti, in molti casi, i pazienti sottoposti a pleurodesi chimica e in generale sottoposti ad interventi chirurgici in anestesia generale e con intubazione oro-tracheale, possono andare incontro a processi bronco-pneumonici. La pleurodesi chimica, in particolar modo, crea, in alcuni casi, uno stato di infiammazione generalizzata oltre che localizzata, con episodi febbrili e aumento degli indici di flogosi, mascherando in alcuni casi degli stati infettivi sottostanti. La possibilità di utilizzare uno strumento diagnostico che ha una specificità maggiore della radiografia del torace nel discriminare addensamenti polmonari da versamenti pleurici e che sia meno invasiva e più facilmente utilizzabile rispetto alla TC, può migliorare il tempestivo riconoscimento e la conseguente repentina cura delle suddette patologie.