
Obiettivo: L'obiettivo dello studio è mettere in relazione il valore basale di AMH, il dosaggio di gonadotropine somministrate e il numero di ovociti aspirati.
Materiali e Metodi: 100 donne afferenti al Centro di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) del Policlinico Umberto I di Roma. Ogni donna verrà sottoposta a prelievo ematico per il dosaggio di AMH eseguito tra il 3° e il 5° giorno del ciclo e ad ecografia pelvica transvaginale per la conta dei follicoli antrali. Verranno dosati contestualmente anche FSH, LH, 17BetaEstradiolo, Inibina B. Inoltre verranno raccolti i dati relativi al ciclo di PMA a cui le pazienti verranno sottoposte secondo la metodologia usata di routine nel nostro Centro. I dati così ottenuti saranno analizzati usando test statistici idonei in relazione alla tipologia delle variabili in esame. Le pazienti verranno stratificate in relazione ad eventuali fattori confondenti (età, BMI, fumo ecc..).
Conclusioni: Lo studio mira a valutare, unitamente ai parametri tradizionali, il ruolo del valore di AMH quale indice della riserva follicolare antrale basale ai fini di modulare la somministrazione di gonadotropine nel trattamento di stimolazione ovarica controllata (controlled ovarian hyperstimulation, COH). Inoltre in base ai dati ottenuti (e a quelli già presenti in letteratura) questa ricerca si propone di costruire un algoritmo in base al quale sia possibile personalizzare in maniera standardizzata il dosaggio iniziale delle gonadotropine.
L'innovatività di questa ricerca sta nel tentativo di creare un algoritmo in base al quale modulare in maniera estremamente personalizzata la somministrazione iniziale di gonadotropine, così da minimizzare gli effetti collaterali nelle probabili pazienti hyper-responders, ed ottimizzare i risultati nelle probabili poor-responders. Tale algoritmo comprenderà tutti i principali parametri (ad oggi conosciuti) in grado di predire la risposta ovarica alla stimolazione (AMH, conta dei follicoli antrali, FSH, LH, 17BetaEstradiolo, Inibina B, ecc...).
Inoltre un'attenta e completa valutazione pre-trattamento della risposta ovarica, a nostro parere, non ha come unica utilità la modulazione del dosaggio di gonadotropine, ma consentirebbe anche una più scrupolosa stratificazione patient-tailored del rapporto rischi/benefici che risulta carente nella modalità di somministrazione del consenso informato attualmente utilizzata nel campo della PMA, (almeno in ambito nazionale).
In via collaterale questa ricerca si propone di chiarire il ruolo del dosaggio dell'AMH in donne under 35 che si sottopongono a PMA. Infatti ad oggi la letteratura ancora non è concorde nello stabilire se l'AMH abbia oppure no un ruolo predittivo nell'outcome riproduttivo di queste pazienti.