
L'endometriosi è una patologia cronica, spesso invalidante, caratterizzata dalla presenza di lesioni tipiche e atipiche che possono presentarsi come endometriomi ovarici, focolai peritoneali o noduli di endometriosi profonda, con eventuale interessamento dell'intestino e dell'apparato urinario, e aderenze spesso molto estese e che coinvolgono gli organi pelvici e le strutture circostanti. La patologia può presentarsi con dolore pelvico e/o infertilità, più raramente è asintomatica. L'adenomiosi è una forma di endometriosi localizzata all'interno del miometrio, responsabile di dolore, menometrorragie, mentre poco chiaro è l'impatto sulla fertilità. La Laparoscopia rappresenta il gold standard per la diagnosi, la stadiazione e il trattamento dell'endometriosi. Purtroppo la malattia tende a recidivare in oltre il 50% dei casi entro 5 anni dal trattamento. La radicalità della chirurgia primaria nel rimuovere le lesioni è importante nel ridurre il tasso di recidive. Tuttavia, specialmente nella paziente giovane, è indispensabile preservare la fertilità in particolare nel trattamento degli endometriomi ovarici facendo attenzione a non danneggiare il tessuto ovarico sano. Inoltre, il trattamento dell'endometriosi profonda e degli stadi avanzati richiede un team multidisciplinare di laparoscopisti esperti, in un centro dedicato. Una valutazione preoperatoria adeguata tramite imaging (ecografia e risonanza magnetica) potrebbe avere un ruolo fondamentale nel migliorare il management di queste pazienti, ma la loro accuratezza diagnostica rimane ancora da valutare. Obiettivo del progetto sarà quindi quello di valutare l'accuratezza e il valore predittivo dell'ecografia pelvica e della RMN nella diagnosi e nella stadiazione prechirurgica di endometriosi e adenomiosi al fine di elaborare una classificazione basata sull'imaging in grado di fornire informazioni accurate sul livello di complessità dell'intervento chirurgico cui le pazienti saranno sottoposte.
L'endometriosi è una patologia cronica, la cui sintomatologia, spesso invalidante, comporta una forte limitazione della qualità della vita. Il gold standard diagnostico e terapeutico è rappresentato dalla chirurgia, ma particolare attenzione va posta nella contemporanea preservazione della fertilità della donna. L'imaging riveste un ruolo sempre più importante nella caratterizzazione delle lesioni e la valutazione delle sedi e dell'estensione della malattia, ma a tutt'oggi ancora non è presente una stadiazione ecografica o in RM dell'endometriosi. Il chirurgo, quindi, si trova spesso impreparato a dover affrontare situazioni complesse con lesioni che possono interessare più compartimenti (ovaio, vagina, Douglas, retto, intestino, peritoneo, ureteri, vescica, parete addominale, etc): Queste situazioni possono creare difficoltà al chirurgo ginecologo a discapito della radicalità dell'intervento o, peggio ancora, obbligandolo ad affrontare senza un'adeguata preparazione chirurgica il trattamento di lesioni intestinali o urinarie di pertinenza della chirurgia generale o urologica. Il risultato di questa chirurgia inadeguata o incompleta è spesso la recidiva della malattia e dei sintomi e la necessità di ripetuti interventi chirurgici. Un'accurata valutazione preparatoria del tipo e dell'estensione delle lesioni potrebbe consentire una migliore programmazione della chirurgia avvalendosi di un team multidisciplinare. Recentemente la ricerca ha cercato di valutare l'efficacia di un'eventuale stadiazione ecografica dell'endometriosi, che potrebbe dare importanti indicazioni sulla sua complessità per una corretta pianificazione dell'intervento chirurgico. Pochi studi sono disponibili sul ruolo della RM nella stadiazione prechirurgica e nessuno studio ha confrontato le due tecniche di imaging. Conoscere la sensibilità e la specificità della RM e dell'ecografia nel diagnosticare lesioni endometriosiche genitali ed extragenitalie e l'adenomiosi uterina, consentirà di offrire al ginecologo la possibilità di una nuova classificazione basata sull'imaging che dia indicazioni sulla possibile complessità chirurgica. In questo modo sarà possibile avere un approccio personalizzato del trattamento, garantendo la massima radicalità senza necessità di ricorrere a chirurgia secondaria o terziaria. I risultati del nostro studio potranno quindi fornire elementi importanti per una più corretta stadiazione preoperatoria, consentendo al chirurgo di pianificare in modo ottimale l'intervento e approntando, ove necessario un team multidisciplinare così da garantire il trattamento migliore per ogni singola paziente.