La non-alcoholic fatty liver disease (NAFLD), frequentemente associata alla sindrome metabolica, comprende uno spettro di disordini che vanno dalla semplice steatosi alla non-alcoholic steatohepatitis (NASH), caratterizzata da infiammazione e talvolta fibrosi. Ad oggi non esiste un metodo diagnostico non invasivo abbastanza specifico e sensibile applicabile alla popolazione obesa, che è altamente a rischio, nè un trattamento farmacologico definitivo per la NASH. La terapia nutrizionale, ed in particolare le diete chetogeniche, giocano un ruolo cardine nel trattamento della NAFLD, sia indirettamente tramite il profondo calo ponderale che inducono, sia tramite un ruolo protettivo diretto, al momento solo ipotizzato, dei corpi chetonici. In questo panorama negli ultimi anni hanno assunto popolarità le VLCKDs, diete chetogeniche a bassissimo contenuto calorico, tuttavia spesso caratterizzate da una scarsa compliance per l¿estrema restrizione calorica che le caratterizza.
Il consumo orale degli esteri dei chetoni, forme esterificate dei corpi chetonici assorbibili per via gastrointestinale, è recentemente emerso come strategia efficace e sicura per ottenere una chetonemia significativa paragonabile a quella indotta dalle diete chetogeniche sia nel topo che nell¿uomo, con conseguenti effetti benefici sul peso corporeo e sull¿assetto metabolico. L¿obiettivo del nostro studio è la valutazione degli effetti potenzialmente epatoprotettivi del consumo degli esteri dei chetoni in modelli murini sottoposti a dieta epatotossica ad alto contenuto di grassi. Qualora la nostra ipotesi venisse validata, confermerebbe il ruolo protettivo dei corpi chetonici sulla NAFLD, e suggerirebbe una possibile applicazione degli esteri dei chetoni per il trattamento della NAFLD nell¿uomo, che potrebbe affiancare o talvolta sostituire l¿utilizzo delle diete chetogeniche in specifici sottogruppi di pazienti con minore compliance a trattamenti nutrizionali estremamente ipocalorici come le VLCKDs.
La NAFLD rappresenta una patologia diffusa che specialmente nella sue forme più avanzate è associata a gravi complicanze e mortalità. Nonostante ciò, è ancora frequentemente non diagnosticata, poiché è nella maggior parte dei casi asintomatica e i mezzi diagnostici non invasivi disponibili (ARFI e Fibroscan) hanno evidenti limiti di sensibilità quando applicati alla popolazione obesa, popolazione particolarmente a rischio ed in cui essa rappresenta un momento fondamentale dell'insorgenza della sindrome metabolica e delle sue comorbidità. In aggiunta, a parte il riconosciuto ruolo positivo svolto dal calo ponderale e dal pioglitazone non esistono terapie approvate per il trattamento della NASH. Nell¿ambito delle terapie nutrizionali capaci di indurre un significativo calo ponderale ed un miglioramento del quadro metabolico ed epatico, un ruolo di primo piano è giocato dalle diete chetogeniche, ed in particolar modo in Europa vengono oramai largamente utilizzate le VLCKD. Il minimo introito calorico che caratterizza questo tipo di diete ( Il raggiungimento sicuro di una chetonemia significativa è stato ottenuto sia nei modelli murini che nell¿uomo tramite il consumo di esteri dei chetoni, con provati effetti benefici sul peso corporeo, sulla spesa energica e sull¿assetto glucidico nell¿ambito degli studi preclinici. La nostra ipotesi è che l¿assunzione degli esteri dei chetoni possa essere protettiva anche sul danno epatico indotto dalla dieta, sia indirettamente tramite induzione di calo ponderale sia mediante un possibile effetto diretto dei corpi chetonici a livello epatico. Qualora la nostra ipotesi venisse confermata, essa rappresenterebbe un ulteriore passo nella comprensione degli effetti della chetosi e delle diete chetogeniche sulla salute, ed infine aprirebbe la strada alla sperimentazione del consumo degli esteri dei chetoni come nuova strategia terapeutica per il trattamento della NAFLD nell¿uomo. Tale strategia potrebbe potenzialmente affiancare o talvolta sostituire l¿utilizzo delle diete chetogeniche in specifici sottogruppi di pazienti con minore compliance a diete estremamente ipocaloriche come le VLCKD.