Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_2775551
Anno: 
2021
Abstract: 

La risonanza magnetica cardiaca (RMC) permette un¿accurata valutazione dell¿entità del danno tissutale in pazienti con infarto miocardico acuto (IMA), con diretta visualizzazione dell¿area a rischio (AAR) e dell¿area di necrosi (AN). Le recenti esperienze con le nuove tecniche di mapping miocardico hanno dimostrato un incremento dei valori T1 sia nell¿AAR che nell¿AN. L¿obiettivo dello studio consiste quindi nel validare l¿utilizzo dei valori di T1 e del T2 miocardico per l¿identificazione e la misura quantitativa dell¿estensione dell¿AAR e dell¿AN in pazienti con IMA.
30 pazienti con diagnosi di IMA sonos stati sottoposti a RMC entro 10 giorni dall¿evento infartuale. Il protocollo di acquisizione includerà sequenze modified look locker inversion recovery (MOLLI), T2 gradient echo, short tau inversion recovery (STIR) -T2 pesate e phase sensitive inversion recovery (PSIR) acquisite dopo somministrazione di mezzo di contrasto (tecnica del Late Gadolinium Enhancement). L¿AAR e l¿AN verranno identificate e misurate come aree di incremento di segnale nelle immagini STIR-T2 e LGE. I valori T1 e T2 saranno misurati nell¿AAR, nell¿AN e nel miocardio remoto (MR), e confrontati mediante ANOVA. Verrà successivamente effettuata l¿analisi delle curve ROC per valutare la capacità dei valori T1 e T2 nel distinguere tra AAR, AN e MR.

ERC: 
LS4_7
LS7_10
Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_3557001
sb_cp_is_3562369
Innovatività: 

Qualora i dati ottenuti attraverso l'analisi del mapping T1 e T2 consentano di stabilire la presenza di valori di "cut-off" che permettano di differenziare l'area di necrosi, dall'area a rischio e dal miocardio remoto, le sequenze di mapping potrebbero sostituire le sequenze convenzionali (STIR-T2 pesate e sequenze di late gadolinium enhancement), oggi maggiormente utilizzate per lo studio dei pazienti nel setting post-ischemico. Questo consentirebbe di ridurre drasticamente i tempi di acquisizione dell'esame (quindi permettendo la partecipazione all'esame anche a pazienti in condizioni cliniche subottimali), oggi compresi fra i 40 e 60 minuti (variabilità legata a ritmo cardiaco e compliance del paziente, oltre alla capacità del paziente di mantenere l'apnea espiratoria e/o inspiratoria). L'uso esclusivo delle sequenze di mapping determinerebbe, inoltre, la non necessità di ricorrere all'utilizzo del mezzo di contrasto che, come ogni farmaco, è soggetto a controindicazioni assolute e relative, e il cui uso risulta limitato nei pazienti con insufficienza renale cronica, per il rischio di fibrosi nefrogenica sistemica.
Questo consentirebbe quindi di allargare la platea dei soggetti che vengono sottoposti a risonanza magnetica cardiaca, ampliando il campo delle possibili indicazioni e applicazioni della RMC nello studio dell¿IMA, una delle principali cause di invalidità e mortalità del nostro Paese.

Codice Bando: 
2775551

© Università degli Studi di Roma "La Sapienza" - Piazzale Aldo Moro 5, 00185 Roma