Anno: 
2017
Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_614488
Abstract: 

Vertical equity in health care financing in European countries has been considered a growing concern starting from the early 90s. Evidence for Italy showed that at the beginning of the 90s the overall degree of progressivity was mildly positive (Wagstaff et al., 1999). Italy¿s health care system has been reformed several time, particularly introducing in 1996 fiscal federalism in health care financing and with legislative decree n.56/2000. This increased regional variability in both financing and expenditure. Particularly, there has been an increase in regional variations for the share of health care expenditure on total household expenditure. There is evidence that this process introduced an increase in horizontal income-related inequities in health and health care utilization both at comparative European level at regional level within Italy. However, regarding vertical equity, there is the need of reevaluating the issue and of updating the analysis.

Objective
The aim of this paper is to measure the progressivity in health care financing at regional level in Italy. There are three distinct stages for an analysis of progressivity. First, to establish the progressivity of each source of finance. Second, to establish the overall progressivity of the system. Third, to establish overall progressivity for each region (O¿Donnell et al., 2008).

Methodology
We opt to use the Kakwani index (Kakwani 1977). This is the most widely used summary measure of progressivity in both the tax and the health finance literatures.

Data
We use cross-sectional data from the Italian National Institute of Statistics households budget survey for the year 2015. Moreover, regional level data from Istat Regional Accounts are used in order complement the analysis.

Results
First results show that there are regional inequalities in health care financing. The Kakwani index for out-of-pocket and private insurance is slightly progressive, whereas for drugs and specialist care is regressive.

Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_857643
Innovatività: 

E' dall'inizio degli anni novanta che non viene realizzato uno studio sull'equità del sistema sanitario nazionale italiano, e quindi sulla progressività delle fonti di finanziamento della sanità italiana. Negli ultimi due decenni, la compartecipazione per l'assistenza sanitaria (il ticket) è diventata uno degli strumenti per il finanziamento della spesa pubblica in Italia. Il fenomeno ha provocato un continuo aumento dei costi privati nella sanità pubblica, con una forte eterogeneità tra regioni. Il risultato è una forte disuguaglianza territoriale di accesso al sistema sanitario nazionale, dovuta alle differenze nei prezzi dei ticket. Fino ad arrivare al 2007 con l'avvento del super-ticket. La legge finanziaria del 2007 dispone per la prima volta una compartecipazione aggiuntiva attraverso il super-ticket : una quota fissa sulla ricetta per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale. La legge precisa che le regioni possono adottare misure diverse, purché raggiungano l¿equilibrio economico-finanziario. La norma recita espressamente: "Per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale, le regioni anziché applicare la quota fissa sulla ricetta pari a 10 euro, possono alternativamente:

1) adottare altre misure di partecipazione al costo delle prestazioni sanitarie, la cui entrata in vigore è subordinata alla certificazione del loro effetto di equivalenza per il mantenimento dell¿equilibrio economico-finanziario e del controllo dell'appropriatezza;

2) stipulare con il ministero della Salute e il ministero dell'Economia e delle Finanze un accordo per la definizione di altre misure di partecipazione al costo delle prestazioni sanitarie, equivalenti sotto il profilo del mantenimento dell'equilibrio economico-finanziario e del controllo dell'appropriatezza.
Il decreto lascia ampio spazio alle singole soluzioni regionali, che infatti si differenziano molto tra di loro. In linea generale, ci sono quattro gruppi: buona parte delle regioni applica il super-ticket in modo indiscriminato con una tariffa di 10 euro (Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lazio, Abruzzo, Molise, Puglia, Calabria e Sicilia); alcune di quelle a statuto speciale rinunciano ad applicarlo (Valle d'Aosta, Sardegna, province di Trento e di Bolzano); le regioni più attente all'equità hanno ticket progressivi in base al reddito, che possono variare da zero fino a 15 euro per i più alti (Emilia Romagna, Umbria, Toscana, Veneto e Marche); mentre le regioni più attente al funzionamento dei mercati modulano il ticket in base al costo della prestazione, tanto che il super-ticket può raggiungere addirittura i 30 euro (Lombardia, Piemonte, Basilicata e Campania).

Lo spazio di manovra lasciato alle regioni sull'applicazione e l'organizzazione del super-ticket provoca notevoli differenziazioni territoriali all'interno del servizio sanitario nazionale.

Quindi si è passati da una regolazione nazionale della sanità tutta a una delegazione alle regioni dei sistemi di finanziamento della sanità. Per questi motivi le spese e quindi l'accessibilità ai servizi sanitari da parte dei cittadini potrebbero essere cambiati notevolmente, e potrebbero essere molto diversi tra le varie regioni.
Abbiamo sentito la necessità di studiare questo aspetto perché crediamo che sia fondamentale per una buon funzionamento del Servizio sanitario nazionale e per il rispetto dell'articolo 32 della nostra Costituzione.

Codice Bando: 
614488
Keywords: 

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