Quando si studiano degli edifici storici è possibile applicare il decalogo del metodo scientifico, ovvero partire da un postulato di partenza, raccogliere dati e sviluppare ipotesi.
Secondo la definizione di W. Morris l'architettura consiste nell'insieme delle trasformazioni apportate dall'uomo all'ambiente fisico che lo circonda. Questo perché la vita e l'umanità cambiano e con loro mutano anche le esigenze: l'architettura è quindi chiamata a rispondere delle molteplici necessità in continua evoluzione.
Il progetto di ricerca presentato mira ad illustrare il processo di trasformazione che ha investito la città di Amatrice attraverso l'integrazione tra gli strumenti di restituzione digitale, social media e la lettura architettonica, con l'obiettivo di proporre una ricostruzione digitale al suo "stato normale".
Per "stato normale" si intende quel momento cronologico risultante da una successione di interventi storici ritenuti coerenti e armoniosi con la bellezza d'insieme e portatori di caratteri identitari di un determinato luogo.
La metodologia proposta si basa sulla complementarietà tra l'analisi del materiale edito, grafico e fotografico e la ricostruzione digitale degli edifici attraverso degli strumenti tecnologici di ultima generazione.
Le caratteristiche e gli elementi che rendono il progetto di ricerca proposto innovativo, rispetto allo stato dell'arte, risiedono nella volontà di integrare i saperi umanistici e scientifici, nella direzione dello sviluppo delle digital humanities, attraverso un percorso di conoscenza basato sull'integrazione strutturata dei diversi settori scientifici disciplinari.
L'intero progetto di ricerca trova il suo fondamento ed il suo massimo comune denominatore nella produzione e gestione di modelli, risultati dall'analisi critica delle fonti storiche. Dal modello grafico "analogico" al modello discreto, derivato dalle operazioni di rilievo fino a quello fisico, realizzato per mezzo della stampa 3D e quello navigabile in realtà virtuale.
Il progetto non solo ha le potenzialità di ampliare le conoscenze dello stato dell'arte, ma ha la capacità di inserirsi nella filiera professionale.
Infatti il crescente interesse di operatori, pubblici e privati, verso la valorizzazione dei beni culturali è confermato dalla forte crescita di investimenti in tale settore e dal numero sempre maggiore di enti, aziende e società coinvolte (si rimanda al rapporto "Io sono cultura 2019" redatto da Symbola, fondazione di promozione della Qualità italiana, https://www.symbola.net/ricerca/io-sono-cultura-2019/). Questo trend positivo inquadra la filiera Produttiva Culturale e Creativa come trainante dell'intera economia italiana, intersecando in più punti ed in maniera diretta il settore del turismo, dell'editoria, dell'education e delle industrie creative a più ampio spettro. La direzione tracciata, in termini di sviluppo economico, va verso una progressiva integrazione delle moderne tecnologie per conoscere, divulgare e valorizzare il patrimonio culturale.
La progettazione di nuovi contenuti culturali in cui il reale ed il virtuale si combinano completandosi è già realtà e le opportunità intercettabili in tale contesto sono quelle caratteristiche di ogni settore coinvolto nella digitalizzazione.