I profili giuridici relativi alla rinuncia dell'uso del carbone come materia prima energetica
la crescita della domanda mondiale di energia non può che condurre ad uno scenario di efficientamento energetico nonché all’abbandono delle tradizionali fonti di approvvigionamento, quali il carbone, ma anche il c.d. nucleare e il petrolio, in favore di energie rinnovabili. In tale contesto , l’Unione Europea ha delineato le proprie strategie in materia energetica focalizzandosi su due obiettivi: il primo, la progressiva decarbonizzazione dell’economia, il secondo (strettamente connesso al primo), la piena realizzazione di un mercato unico. L’Italia, già a partire dal 2013, con l’inaugurazione di una serie di programmi di sviluppo ambientale sostenibile, ha preso in considerazione l'idea dell'abbandono del carbone entro il 2025. La scommessa alla base di tale strategia di sviluppo è il ruolo del settore energetico nella crescita dell’economia del Paese – così pesantemente da anni di crisi economica e recessione –, sia come fattore riabilitante (garantire costi competitivi per l’energia per compensare lo spread energetico che penalizza lo sviluppo delle imprese e delle famiglie italiane), sia come fattore di crescita in sé, cioè come volano di ripresa economica.