Appunti su manierismo e modernismo: le metamorfosi del wit

02 Pubblicazione su volume
Gallo, Carmen

L’articolo prende le mosse dalle riflessioni di Curtius sul manierismo come costante della letteratura europea, riprese in seguito da Hocke, per collegare le riflessioni critiche sul wit in ambito cinque-seicentesco con le valutazioni di T S. Eliot sulla poesia metafisica di John Donne, e ragionare su una possibile continuità anche formale. In particolare, si discute il ruolo del wit attraverso le riflessioni cinque-seicentesche di Sidney e Bacon, l’uso che ne fa Donne nel suo canzoniere, la sua ricezione settecentesca con Dryden e Johnson, e infine l’interpretazione che ne dà Eliot nella sua produzione saggistica. Lo scopo è suggerire un’interpretazione della tecnica del montaggio modernista messa a punto da Eliot nella Waste Land come sviluppo, in chiave impersonale, del wit metafisico.

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