
Ius publicum
Questo è il programma «Ius Publicum. Lessico giurisprudenziale del diritto pubblico romano». Si tratta di una sperimentazione che un apposito gruppo di ricerca sta conducendo nella Facoltà di Giurisprudenza di Sapienza-Università di Roma (per ulteriori e più dettagliate informazioni, si vedano i seguenti testi: F. Vallocchia, Informatica, diritto pubblico e giuristi romani, in Rivista Italiana di Informatica e Diritto (RIID), 2, 2021; F. Vallocchia, Ius publicum e prudentes. Per un lessico giurisprudenziale del diritto pubblico romano, in Bullettino dell’Istituto di Diritto Romano (BIDR), 115, 2021, pp. 51 ss.; F. Vallocchia, Ius publicum. Lexique juridique de droit public romain, en Revista Internacional de Derecho Romano (RIDROM), 32, 2024, pp. 726 ss.).
L’obiettivo che il gruppo di ricerca persegue con questo programma è la ricostruzione del lessico giurisprudenziale relativo al diritto pubblico romano.
Il lessico è organizzato per lemmi. In esso sono raccolti i testi, riconducibili agli scriptores della scientia iuris, che contengono quei lemmi, sulla base della loro attinenza al concetto di ‘ius publicum’, come enunciato da Ulpiano nel primo libro delle «Istituzioni» (in D. 1, 1, 1, 2); i vocaboli, quindi, attengono a sacra, sacerdotes, magistratus.
La raccolta dei lemmi ha come base di partenza gli elenchi elaborati in (D. Magie) De Romanorum iuris publici sacrique vocabulis solemnibus in Graecum sermonem conversis. Nella Realencyclopädie der classischen Altertumswissenschaft, nel Dictionnaire des Antiquités Grecques et Romaines e nel Dizionario Epigrafico di Antichità Romane è dato riscontro ai lemmi, anche in funzione integrativa, sulla base del principio di attinenza sopra enunciato. L’obiettivo è quello di fornire il maggior numero possibile di informazioni.
Per perseguire tale obiettivo, nell’iniziale selezione delle voci da inserire nel lessico sono inclusi i vocaboli concernenti le feste religiose e gli ambiti militare, criminale, tributario e fiscale. Sempre al fine di ampliare il più possibile la base documentale da rendere disponibile agli studiosi, molto contenute sono le esclusioni: termini riconducibili a istituti tradizionalmente e prevalentemente studiati come parti dello ius privatum, nomi propri di divinità, persone, popoli e città nonché luoghi in generale, ove essi siano semplici indicazioni topografiche. Escluse ancora le parole relative alle fonti del diritto e quelle attinenti alla metrologia. Laddove i lemmi siano costituiti da sostantivi e verbi con radice comune (ad es. abdicatio-abdicare), si è scelto di riportare per primo il sostantivo nell’elenco iniziale dei lemmi.
I vocaboli, così selezionati, costituiscono i ‘mots clés’ per la ricerca dei testi che li contengono. I lemmi(-mots clés) sono utilizzati per ricerche testuali condotte su repertori elettronici e cartacei, come esemplarmente Bibliotheca Iuris Antiqui (BIA) e Thesaurus linguae Latinae. La base testuale è costituita dalle fonti giuridiche e non (che sono la ‘base documentaria’ del Thesaurus linguae Latinae), fermo restando che sono raccolti solo testi riconducibili agli scriptores della scientia iuris indicati nei Digesta Iustiniani e in: (P. E. Huschke) Iurisprudentiae anteiustinianae quae supersunt, (F. P. Bremer) Iurisprudentiae antehadrianae quae supersunt, (F. Schulz) History of Roman Legal Science (Oxford 1953), (W. Kunkel) Die römischen Juristen (Köln-Weimar-Wien 2001), (AA. VV.) Juristas universales (Madrid-Barcelona 2004).
Ogni testo, così raccolto per ciascun lemma, è identificato attraverso il nome del giurista di riferimento (in latino), la fonte che lo contiene e, eventualmente, l'opera da cui è tratto.
Tutti i testi sono di regola verificati attraverso le edizioni della «Bibliotheca Teubneriana» (pubblicate fin dal 1849 a Lipsia) e delle «Belles lettres» (pubblicate a Parigi fin dal 1919), per ciò che concerne le fonti letterarie, e le edizioni accolte nella Bibliotheca Iuris Antiqui, per ciò che concerne le fonti giuridiche. Essi sono infine tradotti dalla lingua latina (e greca) nella lingua italiana, ispirandosi a traduzioni già esistenti. Per ogni voce è indicata una bibliografia di massima, laddove possibile. Infine, i lemmi(-mots clés) ed eventualmente anche i nomi dei prudentes sono evidenziati nei testi, rispettivamente, in neretto e in sottolineato.
Per raccogliere tutti i dati documentali e renderli fruibili alla generalità degli studiosi, è stato privilegiato lo strumento elettronico; esso, meglio di quello cartaceo è fruibile universalmente e secondo schemi di ricerca più precisi e capillari. Inoltre, la telematica favorirà la rapida diffusione della conoscenza degli esiti del programma nonché la partecipazione ai lavori per la creazione del lessico, attraverso proposte di integrazioni ed emendamenti che gli studiosi potranno avanzare in tempo reale.
Pertanto, il lessico «Ius Publicum» è accessibile, attraverso la rete telematica, a chiunque ed in qualunque parte del mondo, semplicemente e gratuitamente accedendo dall’apposita piattaforma della Facoltà di Giurisprudenza della Sapienza-Università di Roma: https://iuspublicum.giu.uniroma1.it/. Tale accessibilità comune, diffusa e gratuita, permetterà essa stessa la ‘revisione’ e l’‘aggiornamento’, attraverso quella medesima diffusione che ne caratterizzerà l’accesso; gli studiosi, infatti, potranno costantemente proporre modifiche per incrementare sia il lemmario sia l’antologia giurisprudenziale, attraverso l’indirizzo di posta elettronica ius.publicum@uniroma1.it.
La necessità di un’opera di questo tipo è stata a più riprese evidenziata. Nel 1987 Riccardo Orestano (Introduzione allo studio del diritto romano, Bologna 1987, p. 533 nt. 26) sosteneva che «sarà sommamente utile una Palingenesia iuris Romani publici, in cui venissero raccolte tutte le testimonianze e tutti gli squarci di autori giuridici e non giuridici concernenti lo ius publicum». Nel 1995 Pietro Cerami (Ricerche romanistiche e prospettive storico-comparatistiche, in AUPA XLIII, 1995, p. 222) riteneva che «parecchio è stato fatto; molto resta ancora da fare, specie per quanto attiene al settore, tutt’ora poco esplorato, della peritia iuris publici». Infine, nel 2005, Luigi Garofalo (Iuris interpretes e inviolabilità magistratuale, in Studi sulla sacertà, Padova 2005, p. 74) ha sostenuto «che meriti di essere ancora studiata, magari con rinnovato vigore, la riflessione degli iuris interpretes addensatasi nella materia pubblicistica».
L’impianto metodologico ruota intorno al principio del “diritto romano attuale”, propugnato e perseguito da significative parti della contemporanea dottrina romanistica. Pertanto, il lessico sarà composto anche con l’indispensabile collaborazione di giuristi pubblicisti, costituzionalisti e comparatisti, nonché di tecnici informatici.
Per lungo tempo, infatti, si è ritenuto che il diritto pubblico romano, visto il trionfo del modello ‘costituzionale’ rappresentativo di matrice anglosassone e del principio della separazione dei poteri, fosse appannaggio degli storici e archeologi e non anche dei giuristi. Tuttavia, occorre rammentare, prendendo in prestito un’esplicativa espressione di Sabino Cassese (Il diritto amministrativo: storia e prospettive, Milano 2010, p. 554), che il diritto romano costituisce la «grammatica» del diritto, anche quello pubblico e amministrativo. Così, tra gli scopi perseguiti, vi è anche il ripristino del dialogo con altri settori scientifici disciplinari, quali in primis proprio il diritto pubblico e il diritto costituzionale e il diritto amministrativo.
Sarà proprio l’archivio elettronico la base del gruppo di ricerca sul diritto pubblico. Tale gruppo costituirà il luogo scientifico di dibattito e confronto tra varie esperienze, italiane e non, su temi di diritto pubblico, dal diritto romano ai diritti odierni.
Lo stato dell’arte, gli auspici circa la ricostruzione della giurisprudenza di diritto pubblico della romanistica e i risultati sinora raggiunti testimoniano l’innovatività e anche l’importanza di una simile proposta, senz’altro in grado di modificare, in maniera permanente, l’approccio allo studio del diritto pubblico romano. Nessuno dei tentativi pregressi è stato così ampio ed ambizioso e nessuno è riuscito a spingersi così oltre, riuscendo a fornire risultati tanto pregevoli, motivo per il quale è necessario proseguire in questa ricerca.