storia della prospettiva

Le due ‘prospettive’ di Vitruvio

Vitruvio nel suo celebre trattato descrive i 'metodi di rappresentazione' utilizzati dagli architetti romani: l'icnographia, l'ortographia e la scaenographia. La terza definizione è stata oggetto di molte interpretazioni che, prevalentemente, la riconducono a quella che oggi noi chiamiamo prospettiva. Ma c'è un'altra ipotesi che noi condividiamo e che riconosce a questo termine due possibili definizioni a seconda della sua finalità: nel passo del Libro I, 2, 2 Vitruvio si potrebbe riferire ad una 'prospettiva da lontano' mentre nel VII, praef. 11 ad una 'prospettiva da vicino'.

Per una metodologia di studio delle Prospettiva Architettoniche

Il contributo intende partecipare alla definizione di una metodologia condivisa per la documentazione, l'analisi e la disseminazione dello studio delle Prospettiva Architettoniche.
Prendendo il via nell'ambito della ricerca avviata per il PRIN 2010 dal titolo "Architetture Prospettiche: conservazione digitale, accesso ai contenuti e analisi", questo studio è rivolto alla possibilità di definire una linea di ricerca che metta in relazione progetto, sperimentazione e verifica delle procedure messe a punto.

Lo specchio alle origini della prospettiva

Gli esordi della prospettiva tra il Quattrocento e la prima metà del Cinquecento, in Francia ancor più che in Italia, hanno sofferto di molti fraintendimenti, soprattutto per ciò che riguarda i punti di fuga. In questo studio si dimostra come queste ambiguità possano avere origine nelle osservazioni sulla forma dell’immagine prospettica generata dallo specchio, utilizzato come strumento di riduzione dello spazio reale tridimensionale a quello bidimensionale del piano.

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