L'architettura disegnata di Andrea Pozzo. La Chiesa di S. Tommaso di Canterbury a Roma
Entre los valiosos dibujos de Andrea Pozzo que testimonian su elevada capacidad artística hay aquellos que describen la Iglesia de San Tomás de
Entre los valiosos dibujos de Andrea Pozzo que testimonian su elevada capacidad artística hay aquellos que describen la Iglesia de San Tomás de
Among the valuable drawings by Andrea Pozzo that testify to his high artistic gift are those that describe the project of the Church of St Thomas of Canterbury at the Venerable English College of Rome. The project, probably drafted between 1681 and 1701, was not, however, carried out due to the lack of funds. If on the one hand we must regret for not being able to renovate a further Roman Jesuit church on the other, the Trentino artist’s drawings allow us to appreciate the high representative quality of these graphics, published only in 1972 by Bernard Kerber.
Gli affreschi del corridoio antistante le stanze di S.
Andrea Pozzo non è stato solo un grande pittore e scenografo ma anche un architetto e come tale ha operato nella sua attività. Le sue opere pittoriche, effimere o reali trasudano di architettura, della sua visione originale di architettura. Un caso emblematico del suo approccio progettuale viene indagato nello studio della volta di S. Ignazio a Roma, dove, attraverso un preciso progetto architettonico, Pozzo ha inteso ampliare lo spazio reale mediante la costruzione di uno spazio illusorio restituendo alla chiesa una nuova tridimensionalità.
Ad Andrea Pozzo, pittore, scenografo, maestro di prospettiva, deve essere riconosciuto pienamente il ruolo di architetto nel panorama culturale del barocco. L’artista trentino realizzò le sue opere all’interno della chiesa di Sant’Ignazio a Roma tra il 1685 e il 1694 dove rappresentò Sant’Ignazio protettore degli afflitti nel catino absidale (1685-1688), la Gloria di Sant’Ignazio nella volta della navata centrale (1687-1693) e la finta cupola (1685) in sostituzione di quella progettata e mai realizzata.
Questo studio è dedicato ad una analisi comparativa dei modelli delle finte cupole emisferiche
realizzate da Pozzo alla fine del XVII secolo, con particolare riferimento a quella del Collegio
Romano, al relativo bozzetto, al modello del trattato, alla cupola della Badia in Arezzo. L’obiettivo è
duplice: dimostrare, attraverso l’invarianza del birapporto, la teoria che interpreta queste prospettive
come immagini dello stesso modello architettonico ed esplicitare questi contenuti attraverso una
Questa ricerca opera nell’ambito della comunicazione e della valorizzazione del patrimonio culturale attraverso la costruzione di modelli fisici capaci di riprodurre procedimenti teorici astratti e renderli accessibili attraverso esperienze visive di interazione diretta. L’ambito di sperimentazione riguarda la prospettiva, in particolare le prospettive di finte cupole emisferiche ‘di sotto in su’ dipin-te da Andrea Pozzo tra Seicento e Settecento. Lo studio presentato approfondisce il rapporto fra vera forma e prospettiva delle cupole, con particolare riferimento al caso di S.
Lo studio è dedicato alla finta cupola del Collegio Romano dipinta da Andrea Pozzo nella seconda metà del diciassettesimo secolo. Della cupola ci sono pervenuti diversi modelli grafici: il modello teorico descritto nel trattato, uno dei bozzetti preparatori, conservato presso la Galleria Corsini di Palazzo Barberini in Roma e la tela nella chiesa, sopravvissuta ad una serie di tormentate vicende che l'hanno tramandata sino a noi. L'analisi comparativa tra questi modelli ha evidenziato la sussistenza di alcune difformità fra le prospettive che vi sono rappresentate.
The present essay turns its attention to the projects of liturgical architectures designed and built by Andrea Pozzo from the end of 1600 with particular reference to the theatrical sets for the celebrations of the Quarantore. These ephemeral apparati, real theatrical machines, were characterized by a juxtaposition of planes at different depths that modified the real architecture that housed them. The interest in this particular architectural typology is to be found in its character on the border between two and three-dimensional perspective space.
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