attore

L'eloquenza muta. Il senso del recitare agli albori del cinema

Al volgere del XIX secolo l’apparizione del cinematografo, che
segna l’avvento dei mezzi di comunicazione di massa, si colloca sullo sfondo di un
panorama culturale contraddittorio e eterogeneo. Il nuovo linguaggio, per quanto
ancora rudimentale, sembra acuire – più che provocare - la crisi dei linguaggi
“tradizionali”, costringendoli a un ripensamento sul loro statuto e sulla propria
essenza. La forza dell’immagine silenziosa veicolata dallo schermo
cinematografico, in grado di imporsi ciononostante a una platea sconfinata,

Mario Ricci. L'attore-oggetto

Mario Ricci è stato uno dei grandi protagonisti della seconda avanguardia teatrale in Italia e il primo rappresentante della tendenza cosiddetta del Teatro-Immagine. All’interno della ridefinizione dell’identità dello spettacolo teatrale che il egli portò avanti, come tutti gli appartenenti alla stagione del Nuovo Teatro – seppur ciascuno a proprio modo -, si colloca anche il senso di una identità nuova dell’attore; ovvero, il ripensamento della sua collocazione all’interno di una nuova concezione registica, poi definite con la nozione di Scrittura Scenica.

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