popolo

Un «popolo di poco nervo». Letteratura e persuasione nei «Miei ricordi» di Massimo d’Azeglio

Partendo dall’analisi semantica del lemma ‘popolo’ e dalla sua interazione con termini quali ‘opinione’, ‘carattere’, ‘esempio’, il saggio si sofferma sul progetto educativo perseguito – tra esplicite dichiarazioni d’intenti e ambigui rovesciamenti – nei «Miei ricordi». In particolare, sono prese in esame le riflessioni dazegliane sulla responsabilità morale della letteratura, che si giocano sul doppio livello della ‘verità’ e della ‘persuasione’.

Populismo, diritto e società. Uno sguardo costituzionale

Lo scritto si propone in primo luogo di mostrare come nello Stato costituzionale
contemporaneo l’istanza di legittimazione democratica del potere si presenti inscindibilmente
connessa con quella della sua limitazione giuridica, mentre il populismo pretende di poterle
scindere. Non per questo però, ed è la seconda questione trattata, il fenomeno si può spiegare
ignorando i mutamenti istituzionali e sociali che più hanno caratterizzato i recenti sviluppi
della convivenza costituzionale, fornendo inediti spazi e opportunità all’ascesa del populismo.

Il popolo nel "Conciliatore"

Il saggio prende in esame i principali usi della parola ‘popolo’ nella rivista milanese «Il Conciliatore». A partire dall’analisi delle occorrenze e alla luce delle oscillazioni di significato più rilevanti che ne connotano l’impiego tra Rivoluzione e Restaurazione, l’intervento si propone di mettere a fuoco la questione cruciale del ‘popolo’ in riferimento ai nuovi metodi di istruzione, alla proposta di forme e generi letterari e al rapporto dei letterati con il potere.

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