Abelardo

“Concives angelorum” e “concives iumentorum”. Filosofi e uomini-animali nel pensiero del XII secolo latino

Considerazioni circa la vita filosofica quale più perfetta attuazione della natura umana e, corrispondentemente, la vita non filosofica come ferina e sub-umana sono presenti negli scritti di molti maestri latini attivi nel XIII secolo, e in particolare presso maestri della Facoltà delle arti di Parigi quali Boezio di Dacia e Alberico di Reims.

«Deus non est aliquid ergo nihil est Deus?». Un dibattito del XII secolo sull’uso dei termini “qualcosa” e “nulla” nel discorso teologico

Per i sostenitori della tesi dell’equivocità del discorso teologico rispetto a quello sulle cretaure, essendo ogni nome usato impropriamente per parlare di Dio, in teologia saranno vere in senso proprio tutte, e solo, le proposizioni negative: si tratta della cosidetta ‘teologia negativa’ d’ascendenza pseudionisiana, che tanto rilievo ha nel pensiero di Teodorico di Chartres e Alano di Lilla. I sostenitori di questa posizione sono in un certo senso costretti ad ammettere la verità della proposizione “Nihil est Deus” in quanto negazione di “Deus est aliquid”.

"Deus est ubique, ergo alicubi ?" Ubiquité et présence de Dieu dans le monde au XIIe siècle

The article analyses 12th century discussions about how God’s being everywhere should be understood. According to Abelard, Gilbert of Poitiers, and Alain of Lille, since God cannot be in any place, « God is everywhere » must be interpreted figuratively and means e.g. that we can perceive God’s power everywhere. Hugues of St. Victor, Peter Lombard, and Praepositinus from Cremona on the contrary assert that « God is everywhere » is literally true and that God is really present everywhere in the world, though in a mysterious way.

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