Alfieri

Sulla ricezione di Montaigne tra Settecento e primo Ottocento (in particolare sul caso Alfieri)

The essay summarizes the critical debate on the dissemination of Montaigne's oeuvre in Italy in the Eighteenth and in the early Nineteenth centuries, adds further documents and suggests critical and methodological perspectives. In the second part it focuses in particular on two case studies: Leopardi and Alfieri, with a thorough discussion of Bartolo Anglani's recent book on Montaigne's and Rousseau's influence on Alfieri's autobiographical writings.

La fiamma e l'impeto. Sulla Vita di Alfieri

Il saggio ragiona su come alcune caratteristiche tipiche della scrittura autobiografica facciano sì che Alfieri nella sua Vita non riesca a controllare del tutto il proprio racconto. L’autobiografo che vorrebbe monumentalizzarsi lascia affiorare, per squarci, pulsioni profonde che incrinano il ritratto di sé come “autore” che era sua intenzione trasmettere ai posteri. Emerge dal racconto, sia negli episodi infantili e giovanili, sia in quelli della maturità, una “irrequieta indole” impulsiva e focosa, segnata dalla velocità e dall’incontrollabilità.

Alfieri, Vittorio

An Italian dramatist and poet, whose verse translation of Aristophanes’ Frogs (only the third known Italian translation of Aristophanes) was published posthumously in 1804; some of his own comedies are Aristophanic in spirit if not in style.

"Se io ne sono uscito poeta". Le composizioni in società e crocchi del primo Alfieri

L’articolo prende in esame le modalità di elaborazione, condivisione e revisione dei primi testi di Alfieri nella fase del suo rientro a Torino (1772-1775). L'obiettivo dello studio è ricostruire in quali modi la cerchia dei sodali piemontesi abbia inciso sulla fase iniziale della sua attività letteraria, che precede la consacrazione autoriale di Alfieri, avvenuta a Roma con la recita dell’ "Antigone" e con la lettura del "Saul" in Arcadia.

L'Alfieri nazionale del primo Ottocento. Né classico né romantico

Il contributo prende in esame la ricezione dell’opera di Alfieri
nel primo Ottocento, all’interno della querelle classico-romantica. Partendo dai
contributi di Mme De Staël, A. W. Schegel e S. De Sismondi, il saggio si sofferma
sul significato attribuito alle parole ‘classico’ e ‘romantico’ dai principali redattori
della rivista «Il Conciliatore» e sull’incidenza assunta dai due termini nel giudizio
sull’opera alfieriana. Dimostrando che il recupero di Alfieri avviene al di là del

Bartolo Anglani, La tragedia impossibile. Alfieri e la profanazione del sacro, Roma, Aracne, 2018, pp. 470

La recensione discute la tesi di uno dei maggiori studiosi del Settecento letterario in chiave europea; tesi sostenuta in un ampio e problematico volume e ne evidenzia alcuni punti di forza, come il rilievo dell'eccesso ideologico della critica alfieriana degli anni Sessanta e Settanta del Novecento. Ma al tempo stesso la recensione mette in luce l'astrattezza della tesi sostenuta nell'ampio volume di Anglani

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