Antonio Petito

La mandorlinara e la Canzona nova (1875). Il testo autografo di Antonio Petito

Gli autografi dei copioni teatrali di Antonio Petito (1822-1876) rivestono una particolare importanza, sia per la conoscenza della scrittura dell’autore (“semicolto”) e del suo stile, sia per la possibilità di ricostruire alcuni aspetti significativi del dialetto parlato ottocentesco e della sua evoluzione; i testi originali possono essere studiati anche nel confronto con le edizioni a stampa coeve o di primo Novecento, che propongono una versione normalizzata, secondo l’uso convenzionale della scrittura in dialetto e con varianti linguistiche e sostanziali.

"Aglie e fravaglie e fattura che non vaglie": fraseologia popolare ottocentesca nelle commedie di Antonio Petito

I copioni teatrali di Antonio Petito (Napoli 1822-1876), famosissimo “Pulcinella” considerato archetipo della tradizione teatrale napoletana, sono una fonte di particolare rilievo in diverse prospettive di studio. La sua scrittura, fortemente deviante per il semianalfabetismo dell’autore, riproduce abbastanza fedelmente il dialetto parlato chiarendo alcuni aspetti del dialetto ottocentesco e della sua evoluzione, anche per il lessico.

Quicquero, Pappacone e Zuche Zuche. Il nome del personaggio nel teatro di Antonio Petito

Il contributo intende indagare l’onomastica dei personaggi nei copioni teatrali del commediografo napoletano Antonio Petito (1822-1876), riflesso del processo di evoluzione dal teatro popolare di Pulcinella al teatro borghese. L’autore non nasconde la sua posizione critica nei confronti del nuovo ceto medio emergente, espressa con diverse strategie a livello linguistico e anche attraverso il nome del personaggio.

Dialetto in scena. Vitalità del napoletano a teatro

Ripercorre la tradizione illustre otto-novecentesca del teatro napoletano, da Antonio Petito a Edoardo Scarpetta fino a Raffaele Viviani e a Eduardo De Filippo, indagando il diverso rapporto tra dialetto e lingua sulla scena. Si sofferma poi sulla nuova drammaturgia partenopea e sul suo continuo ripensamento e bilanciamento del rapporto tra tradizione e innovazione, manifestazione della vitalità del napoletano a teatro testimoniata da autori come Annibale Ruccello, Enzo Moscato, Mimmo Borrelli.

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