apertura

Frontiere

I disegni di questa serie vanno letti come dei tentativi di visualizzare dei limiti, delle barriere, delle aperture dalle quali traguardare degli spazi altri.

Dispersione connettiva

Nell’ossimoro un vantaggio. La “dispersione”, da deriva insediativa, diviene strategia progettuale che coglie, nel disordine di un’urbanistica indulgente, la forza legante derivabile dall’applicazione del criterio al manufatto architettonico: programmi edilizi frastagliati per meglio introdursi, divisi in “momenti”, capillari, interstiziali. Passaggio di consegne: la “città diffusa” porge il testimone. È il programma edilizio in sé a smembrarsi, in reintegrazione di contesti “polverizzati”, o nel recupero di preesistenze in abbandono.

Un'apertura nel muro

Il saggio affronta il tema dell'architettura degli interni, ritenendola tutt'altro che un settore interventuale a sé stante rispetto all'architettura tutta. L'interno è l'architettura stessa; come nelle parole di Le Corbusier, il "Fuori è sempre dentro". Il ragionamento si avvale di una articolata disamina sul concetto, ruolo e valore delle zone di soglia tra interno ed esterno: porte e finestre "aumentate" per intensificare l'intreccio.

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