This paper examines the influence exerted by Cicero as orator and linguistic authority in the school, with special reference to the re-use and imitation of the speeches as models of irony and art of illusion.
Il lavoro rappresenta la raccolta di una serie di contributi interdisciplinari (letterari, filologici, storici, filosofici) intorno al Commentariolum petitionis e ad una recente edizione di questo testo, curata da François Prost.
Si tenta di valutare la presenza di temi tradizionali del dibattito greco sulle e gemonie nella memoria dei primi decenni della provincia d'Asia, fino alla prima guerra mitridatica, e di analizzare la varietà del loro impiego da parte di Cicerone, in un ampio spettro di opere diverse.
Il paradosso stoico ‘tutti le colpe si equivalgono’ era uno dei più difficili da
dimostrare. Nella letteratura latina, se ne occupano Cicerone, Orazio e Seneca.
Cicerone ci offre sia una presentazione ironicamente sprezzante (Pro Murena, De
finibus) che una difesa sofistica (Paradoxa Stoicorum) di esso; qualcosa di analogo
troviamo in Orazio: nelle Satire, critica il paradosso, focalizzandosi sulle sue
assurde conseguenze giuridiche; ma nell’Epistola I 16 lo difende, considerando
Sono prese in considerazione alcune osservazioni di Piero Vettori sul metodo di ricostruzione dei testi da lui enunciate nelle prefazioni alle sue edizioni, nelle epistole e in particolare nelle lettere che accompagnano la sua edizione delle opere di Cicicerone.
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