Maestri romani
Presentazione della collana Maestri Romani, Autoritratto di una generazione (1920-1950). Professori di Composizione della Facoltà di Architettura della Sapienza
Presentazione della collana Maestri Romani, Autoritratto di una generazione (1920-1950). Professori di Composizione della Facoltà di Architettura della Sapienza
Parallelamente agli studi preliminari del masterplan è stato istituito, all’interno del laboratorio di tesi di laurea di Orazio Carpenzano, un seminario progettuale dedicato al centro storico di Viterbo, per favorire quella convergenza tra didattica e ricerca auspicata dalla controversa riforma del sistema universitario.
…La collisione tra la forma della città e la forma che le parole possono suggerire all' immaginazione, è il gioco proposto in questa improbabile iconografia urbana del terzo millennio. Le cose e le parole sono come le direzioni che due lingue, tra loro molto estranee, tracciano in uno spazio senza misura, provocando una complessa trama di intersezioni, corrispondenze o fratture all' interno delle quali è possibile intravvedere alcuni segni del nostro essere architetti.
Se indagate contemporaneamente allo specchio musica e architettura permettono di rilevare e discernere questioni che solitamente sollecitano la ricerca di analogie, similitudini, comparazioni, cercando le quali si finisce per imbattersi per lo più in significative e insuperabili differenze.
L'opera più celebre di Zandonai, Francesca da Rimini (1914) tratta dalla tragedia di d'Annunzio, viene letta in prospettiva comparativa: il suo linguaggio musicale viene posto a confronto con quello di Puccini e, meno intensivamente, con quello di Mascagni. Ne viene poi indicato il lato più modernista, che pone l'opera a fianco delle avanguardie storiche italiane, soprattutto con Gian Francesco Malipiero. Ne esce il ritratto di un sostanziale eclettismo nello stile di questo capolavoro del primo Novecento europeo
Quali valori e quale bellezza per l’architettura italiana nell’epoca della comunicazione globale? Questa è la domanda che fa da sfondo al volume. L’intenzione è quella di scomporre strumentalmente la complessità dell’argomentazione attraverso il ricorso a questi due termini, ambigui, sfuggenti e per certi versi difficilmente separabili l’uno dall’altro: la bellezza, infatti, non è forse un valore in sé stessa? E nell’evidenza di un valore di riferimento non si realizza, implicitamente, l’epifania del bello nell’opera?
La composizione dell'architettura prevede una serie di operazioni basilari che comportano la predisposizione di una strategia basata sulla "tematizzazione" delle azioni da sviluppare. Nella didattica universitaria appare fondamentale individuare i temi su cui sviluppare i processi del progetto, al fine di fornire allo studente una guida entro cui individuare una linea logica da seguire nel processo della progettazione.
Il testo individua i nodi salienti del ragionamento sui processi compositivi illustrati dall'autore del volume, evidenziandone le relazioni con i significati più profondi dell' architettura e del progettare.
Alla scrittura come espressione della speculazione teorica Lambertucci ha sempre preferito la costanza della pratica sul tavolo da disegno e sul cantiere, così che il suo lascito culturale non è affidato per lo più ad enunciati astratti da leggere nei suoi rari scritti, ma va rintracciato nei testi propri della sua produzione progettuale: certamente gli edifici ma anche, e altrettanto significativo, il corpus visuale della sua produzione grafica e fotografica.
Commento agli scritti sull'architettura di Orazio Carpenzano.
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