Vedere lo spazio
Alla scrittura come espressione della speculazione teorica Lambertucci ha sempre preferito la costanza della pratica sul tavolo da disegno e sul cantiere, così che il suo lascito culturale non è affidato per lo più ad enunciati astratti da leggere nei suoi rari scritti, ma va rintracciato nei testi propri della sua produzione progettuale: certamente gli edifici ma anche, e altrettanto significativo, il corpus visuale della sua produzione grafica e fotografica. Non per questo si è autorizzati a credere nell’assenza di una dimensione concettuale della ricerca, che resta piuttosto la presenza ineludibile a cui la pratica progettuale fa continuamente riferimento e di cui si fa strumento finalizzato sempre alla realtà della costruzione. Per questa ragione la dimensione del disegno in particolare, e più in generale la visione e la rappresentazione dello spazio anche in fotografia e in pittura costituiscono la letteratura di riferimento per decifrare il pensiero di Lambertucci sull’architettura e sullo spazio in senso più ampio.