istituzione

L’indecisionista. Carl Schmitt oltre l’eccezione

Carl Schmitt è forse la figura intellettuale più controversa del Novecento, il cui spettro torna immancabilmente a palesarsi ogniqualvolta gli ordinamenti costituzionali vengano messi sotto pressione e pongano limiti alle libertà fondamentali da essi stessi sancite. Campi di prigionia, populismi d’ogni colore, decretazione d’urgenza, misure restrittive a fronte di un’emergenza pandemica e molti altri esempi recenti di provvedimenti che limitano i diritti di libertà: ad ogni minimo cedimento degli Stati democratici, si invoca Schmitt come nume tutelare o ispiratore dannato.

La teoria dell'istituzione e della fondazione (Saggio di vitalismo sociale)

Come nasce una società? Qual è l’origine del legame sociale? Di cosa è
fatto il comune di una comunità? È solo con la pubblicazione di La teoria
dell’istituzione e della fondazione che, dopo un’indagine più che ventennale,
Hauriou presenta una definitiva, e per larghi tratti rivoluzionaria, risposta
a una serie di cruciali interrogativi sulla natura e la grammatica del sociale.
Prendendo parte da protagonista a un dibattito che segna un punto di non
ritorno per la totalità delle scienze sociali dei primi anni del Novecento, in

Presentazione

«La grande affaire de ma vie». Queste le parole con cui Maurice Hauriou presenta la sua teoria dell’istituzione in una lettera a Jacques Chevalier del 14 giugno 1923, due anni prima della pubblicazione del lungo saggio destinato a divenire, a pochi anni dalla sua apparizione, il testo fondativo dell’istituzionalismo giuridico: La théorie de l’institution et de la fondation.

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