latino

La polifunzionalità dell'ablativo latino arcaico e la questione delle tracce formali e funzionali dello strumentale indoeuropeo

Lo scopo del presente contributo è quello di analizzare gli aspetti principali legati al processo di sincretismo casuale dall’indoeuropeo ricostruito al latino arcaico, rivolgendo particolare attenzione alla forma e alla funzione dell’ablativo latino, secondo quanto attestato nelle epigrafi arcaiche.

Settano in Arcadia

Quando nel 1721 Crescimbeni finalmente si decise a far pubblicare il primo volume delle poesie latine degli Arcadi, non vi fece inserire neppure un verso di quello che era, con ogni evidenza, il maggior poeta latino circolante nel Bosco Parrasio, ovvero Ludovico Sergardi. La cosa non avrà stupito nessuno, a partire da Sergardi stesso.

Arcadizzare Sergardi. Un’epistola latina di Euristene Aleate ad Alfesibeo Cario

Il primo volume degli Arcadum Carmina (1721) contiene un’epistola in esametri di Niccolò Avanzini a Crescimbeni. Il testo mostra fin dall’esordio il carattere di una satira nello stile di Giovenale, cosa che rappresenta un unicum non solo negli Arcadum carmina, ma forse in tutta la produzione ufficiale dell’Arcadia degli anni di Crescimbeni. Nell’epistola dialogano l’autore e il Custode, attaccando, in maniera talora violenta, Cacula, un arrampicatore sociale che millanta una cultura che non ha.

«Per l’avanzamento del nostro Commune». Diritto e filosofia alle origini dell’Arcadia

L'Arcadia fu fondata non in forma di accademia, ma in forma di "repubblica democratica e popolare" il 5 ottobre del 1690. Gli avvertimenti approvati il giorno della fondazione, e poi le leges del 1696, che recepiscono gli esiti migliori della filosofia giusnaturalista europea del XVII secolo, possono essere considerati la prima costituzione del mondo moderno.

One script for two languages. Latin & Arabic in an early allographic papyrus

This contribution presents a unique papyrus letter in Latin script and Latin language and in Latin script and Arabic language that is possible to date, on palaeographic grounds, from the end of the 7th to the 9th century AD. This precious witness is exam- ined under the historical, graphical, linguistic and cultural point of view and its prove- nance is discussed accordingly. An edition of the whole text is provided and a number of correspondences in Arabic are suggested.

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