Arcadizzare Sergardi. Un’epistola latina di Euristene Aleate ad Alfesibeo Cario
Il primo volume degli Arcadum Carmina (1721) contiene un’epistola in esametri di Niccolò Avanzini a Crescimbeni. Il testo mostra fin dall’esordio il carattere di una satira nello stile di Giovenale, cosa che rappresenta un unicum non solo negli Arcadum carmina, ma forse in tutta la produzione ufficiale dell’Arcadia degli anni di Crescimbeni. Nell’epistola dialogano l’autore e il Custode, attaccando, in maniera talora violenta, Cacula, un arrampicatore sociale che millanta una cultura che non ha. In realtà la satira è scritta nello stile di Sergardi, che nelle sue satire aveva spesso fatto riferimento all’Arcadia e ne aveva cercato il consenso, senza trovarlo. Il testo dell’Avanzini, che si conclude a sorpresa, si rivela dunque per un esperimento, ovvero il tentativo di mostrare come sarebbe dovuto essere Sergardi, se avesse voluto far accettare il suo Settano in Arcadia.