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Una «Giustizia con l’abito nuovo»? La Magistratura e la Costituzione del 1948

Preparato da un dibattito di circa due anni, soprattutto tra gli addetti ai lavori (magistrati e politici esperti di diritto), il nuovo assetto costituzionale del 1948 garantì autonomia e indipendenza alla magistratura. Sui temi della giustizia si realizzò un compromesso tra le diverse forze politiche (come avvenne più in generale), ma il ruolo di giuristi come Piero Calamandrei fu determinante nella fissazione dei nuovi principi costituzionali a tutela del potere giudiziario. Nonostante ciò, la transizione fu un lento e combattuto processo.

I presidenti e la magistratura

Il saggio descrive la lunga storia del rapporto tra i presidenti della Repubblica e la magistratura, attraverso la narrazione delle vicende relative allo svolgimento del ruolo di presidente del Consiglio superiore della magistratura e la contestuale analisi dei poteri del capo dello Stato nell'equilibrio costituzionale in relazione al potere giudiziario.

Verso l’indipendenza della magistratura (1944-1948)

La lunga storia dell’assetto istituzionale della magistratura, di cui l’ordinamento giudiziario Grandi del 1941 fu l’epilogo, lasciò un’eredità difficile al nuovo Stato democratico nella transizione dal fascismo alla democrazia. La Costituzione italiana è stata, in generale, il frutto della convergenza fra cattolici, comunisti e socialisti, tuttavia per quanto riguarda i temi della giustizia si può parlare di un'importante eccezione.

Continuità e rottura nella magistratura come problema storico-istituzionale. La magistratura nella storia costituzionale repubblicana.

L'articolo traccia la storia del passaggio tra fascismo ed età repubblicana con riguardo alla transizione della magistratura italiana. Ci si concentra sull'epurazione antifascista dai ranghi dell'alta magistratura, sulla Corte di cassazione e sulla c.d. giustizia di transizione. Sono inoltre descritti alcuni profili biografici di giudici.

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