Il Mediterraneo come spazio di sicurezza europea: l’iniziativa di difesa “5+5”
Il contributo affornta dal punto di vista sociologico e della sicurezza la questione migratoria alla luce dell'Iniziativa 5+5.
Il contributo affornta dal punto di vista sociologico e della sicurezza la questione migratoria alla luce dell'Iniziativa 5+5.
Le donne richiedenti asilo e rifugiate subiscono indicibili violenze nel corso del
loro percorso migratorio. La violenza di genere rappresenta una costante ma al
tempo stesso una variabile nell’equazione sul rispetto dei loro diritti umani. Gli
strumenti giuridici previsti dal diritto internazionale prevedono una tutela su diversi
fronti, ma la carenza di un’azione concertata a livello europeo e di un’inadeguata
risposta da parte dell’Italia peggiorano le loro condizioni di vulnerabilità, generando
forme di discriminazione multipla e intersezionale.
Arrivano in Italia con lauree e qualifiche non riconosciute. Per anni fanno le commesse, le badanti, le operaie. Storie di donne migranti che ce l'hanno fatta, con l'aiuto del microcredito
L’8 maggio 2017 la Procuratrice generale della Corte penale internazionale, nel suo tredicesimo rapporto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite sulla situazione in Libia, ha espresso la propria preoccupazione con riferimento alla natura e alla portata dei crimini presumibilmente commessi a danno dei migranti in transito nel Paese nordafricano, dichiarando di valutare l’apertura di un’indagine in merito. Tale possibilità è stata reiterata nel successivo rapporto, risalente al novembre 2017.
Una riflessione sui fatti di Piazza Indipendenza dal punto di vista delle regole destinate a dirimere un conflitto che tradizionalmente agita la vita delle nostre città: quello tra i diritti dei proprietari di case e quelli di chi è senza casa.
Il saggio presenta una panoramica relativa alla risposta alla crisi siriana in campo educativo con particolare riferimento alla questione dell’identità linguistica dei profughi siriani. Il focus del contributo è la situazione dei circa tre milioni e mezzo di profughi siriani in Turchia. Il ruolo delle organizzazioni non governative è centrale soprattutto a livello locale. Il caso presentato è quello delle attività di Amal for Education al confine turco-siriano.
La storia pubblica, mediale, dell’Italia come paese di immigrazione nasce nel secolo scorso. Se durante gli anni Ottanta il saldo migratorio diventa positivo, fino al 1989-90 l’opinione pubblica non pare accorgersi del mutamento in corso nel suo tessuto sociale. Sono due le modalità a costituire il ritratto di questo profondo mutamento sociale: l’emergenza del dibattito politico o della «tragedia del mare» oppure il rumore di fondo dei singoli crimini commessi da giovani immigrati.
I media giocano un ruolo centrale nel processo di costruzione simbolica e sociale della realtà: l’informazione definisce i contorni delle identità e delle politiche pubbliche in modo particolarmente evidente nella rappresentazione delle migrazioni. Le ricerche che negli anni l’hanno indagata restituiscono un panorama disegnato da alcuni frame consolidati, un repertorio di immagini ricorrenti, rappresentazioni iconiche dello straniero, del “diverso”, del “nemico” e del “male”.
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