otherness

Ambivalence of the notion of “Mimesis”: between the opening towards the other and the repetition of the same

One of the main characteristics of the contemporary aesthetic debate is the recovery of the concept of mimesis, as a dimension that is originally involved in the foundation of human culture and the processes of cultural learning. This is evident in the aesthetic reflection developed by Gunter Gebauer and Christoph Wulf. For these two authors, mimesis is never a mere reproduction of the given reality, but always implies the production of the New, of the Other, of the different with respect to the empirical world, i.e. to the existing categorical order of the world.

India and its encounter with the Other

Il confronto con l'altro è uno dei momenti essenziali per ogni cultura in ogni tempo e paese. La civiltà del subcontinente indiano
fornisce un campo di indagine privilegiato per la molteplicità e ampiezza delle domande che pone e delle risposte che evoca, e per il contesto nel quale questo incontro/scontro con l'altro si inserisce. Infatti l'importanza così centrale assunta dalla tradizione in ogni
piega della storia sociale e intellettuale del Subcontinente fa sì che il confronto con l'altro sia per lo più percepito come una sfida

Corpo nemico, corpo amico: il caduto come specchio dell’identità

Se il corpo morto si caratterizza per quel senso di contaminazione, discontinuità e perdita dell’identità individuale che le pratiche funebri moderne ha lo scopo di gestire e arginare, diverso è il caso del corpo del caduto in guerra. In un contesto come quello bellico si verifica un’attrazione di identità da parte del cadavere, che diventa così un termine di confronto per chi lo osserva, uno specchio attraverso cui riflettere le proprie appartenenze sociali.

Gīdh deh taji dhari Hari rūpā (iii.cau.32): Tul’sī’s Rām-carit-mānas and the Hinduization of the Other in early modern India

As the perfect epitome of a narrative that aims at circumscribing the perimeters of the identity of “Self ” and “Other”, the perennial “story of Rāma” (Rāma-kathā) has been subject to innumerable re-makings, whose communicative contents usually represented a function of the current social and political circumstances and of the related dynamics of power.

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