Corpo nemico, corpo amico: il caduto come specchio dell’identità
Se il corpo morto si caratterizza per quel senso di contaminazione, discontinuità e perdita dell’identità individuale che le pratiche funebri moderne ha lo scopo di gestire e arginare, diverso è il caso del corpo del caduto in guerra. In un contesto come quello bellico si verifica un’attrazione di identità da parte del cadavere, che diventa così un termine di confronto per chi lo osserva, uno specchio attraverso cui riflettere le proprie appartenenze sociali.
In questo contributo si esamina la rappresentazione del caduto amico e nemico nella letteratura bellica giapponese moderna, dimostrando come in questi testi il corpo morto di un soldato assuma significanze diverse in molteplici declinazioni dell’alterità, e come l’essenza stessa del caduto diventi la base per la creazione del consenso attraverso l’enfasi di identità nazionale e identità di genere in contrapposizione a ciò che è ”altro”, ovvero al nemico.