Le discutibili asserzioni dell’ordinanza Cappato e alcuni enormi macigni
Lo scritto sottolinea l’importanza della distinzione fra il rifiuto dei trattamenti, che per il medico implica un accompagnamento di tipo palliativo, e l’intenzione di uccidersi e di aiutare a tal fine, che non è un atto terapeutico, secondo i codici deontologici di tutto il mondo e le società mediche scientifiche internazionali, inclusa la World Medical Association (Declaration on euthanasia). L’ordinanza 207/2018 della Corte costituzionale trascura però questa distinzione, allorché ritiene che in entrambi i casi il soggetto sarebbe intenzionato a «porre fine alla propria esistenza».