Recensione a L. Serianni- L. Pizzoli, Storia illustrata della lingua italiana, Roma, Carocci, 2018.
Recensione alla Storia illustrata della lingua italiana di L. Serianni e L. Pizzoli (Roma, Carocci)
Recensione alla Storia illustrata della lingua italiana di L. Serianni e L. Pizzoli (Roma, Carocci)
Premessa al quarto volume della Storia dell'italiano scritto, dedicato alla grammatica.
I primi grammatici italiani (Fortunio, Liburnio, Bembo) di fronte al problema della polimorfia dell'italiano antico e, in particolare, dei modelli trecenteschi.
Saggio sulle testimonianze autografe delle seguenti opere italiane: Decameron di Giovanni Boccaccio; Rerum vulgarium fragmenta di Francesco Petrarca, Grammatica di Leon Battista Alberti, Orlando furioso di Ludovico Ariosto, Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo di Galileo Galilei, Operette morali di Giacomo Leopardi, Satura di Eugenio Montale, Il nome della rosa di Umberto Eco.
L'indagine prende in considerazione i discorsi amorosi pronunciati dai protagonisti di alcuni poemetti in versi di Boccaccio. La specificità stilistica che questi mantengono all’interno del tessuto linguistico delle diverse narrazioni porta a pensare che costituiscano un punto di osservazione valido per esplorare le modalità con cui Boccaccio, fuori da un contesto lirico in senso stretto, gestisce il repertorio di motivi e forme codificato dalla tradizione poetica duecentesca.
Nel Trecento la produttività del campionario tematico e stilistico dello Stilnovo si esaurisce unicamente entro i confini della lirica? Per tentare di avanzare una pur provvisoria risposta a un quesito come questo è sembrato opportuno allargare la prospettiva d’indagine, in modo da offrire, attraverso la discussione di alcuni esempi, uno specimen che illustri quanto i motivi e le forme di questa tradizione nutrano e ispirino anche opere riconducibili ad altri generi, seguendo a volte schemi insoliti o ricorrendo in contesti meno prevedibili.
This essay focuses on the role of two manuscript witnesses written at the Florentine municipal prison, called the Stinche, in the context of the manuscript tradition of the Caccia di Diana (Diana’s Hunt).
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