venanzio fortunato

L’implicazione del corpo nella mistica di Venanzio Fortunato

Il contributo intende indagare la sensibilità di Venanzio Fortunato per la dimensione mistica e per il linguaggio che la esprime, con specifica attenzione al tema del corpo che è centrale nella riflessione sulle dinamiche ascetiche. Il lavoro, che esamina il carme De virginitate (VIII, 3) e la prosa agiografica Vita Radegundis, registra negli scritti di Venanzio una significativa presenza del corpo che inevitabilmente convoca il tema dell’eros mistico.

Catena d’amore. Valafrido Strabone (Ad amicum) e Venanzio Fortunato

L'articolo prende le mosse dal verso 9 del carme Ad amicum (carm. 59) di Valafrido Strabone dove il poeta ricorre alla metafora della catena per significare l'amicizia. In questo verso si segnala una probabile dipendenza da Venanzio Fortunato (carm. VI, 5, vv. 31-32 e carm. VI, 10, vv. 51-52). Nello stesso carme Ad amicum si individuano numerosi e significativi prestiti dalla poesia di Venanzio Fortunato.

Le principesse di Carlo Magno e i gioielli di Venanzio Fortunato (KMLP, vv. 182-267)

Nel saggio è analizzata la sezione di versi del poemetto Karolus Magnus et Leo Papa dedicata a descrivere il corteo delle dame di Carlo Magno presenti a una battuta di caccia (vv. 182-267): la quinta e ultima moglie di Carlo (Liutgarda) e sei delle sue figlie (Rotrude, Berta, Gisla, Rodaide, Teoderada e Iltrude). Peter Godman aveva descritto questi versi come «la più elaborata celebrazione delle donne della casata carolingia che sia stata scritta da un autore loro contemporaneo» e ne aveva indicato il modello nel De virginitate di Venanzio Fortunato, senza segnalarne le riprese precise.

Tempus fugitivum in Venanzio Fortunato

Il contributo è strutturato in tre parti. Nella prima parte, nell'ottica di una prima perlustrazione del tema del tempo nella poesia di Venanzio Fortunato, sono censiti tutti i loci relativi al tempo in tutte le accezioni; nella seconda parte ci si sofferma specificamente sulla dolorosa percezione venanziana del tempo che scorre inesorabile; infine nella terza parte è analizzato il peculiare uso dell'aggettivo fugitivus che in Venanzio ricorre con una significativa insistenza (16 occorrenze in poesia e 1 in prosa).

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