Anno: 
2018
Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_985992
Abstract: 

La didattica universitaria rimane un "taken for granted", una pratica privata e individuale, mentre tutte le trasformazioni che investono il mondo accademico dichiarano di voler andare nella direzione dell'ampliamento delle dimensioni della governance collettiva anche nella sfera delle didattica. La criticità maggiore riguarda il rapporto, spesso sbilanciato, tra ricerca e didattica a favore della prima. La pratica didattica dei docenti universitari è quindi sottoposta a diverse spinte: diffusione di logiche istituzionali e di governo proprie del New Public Management; maggiore pressione di politiche accademiche orientate da dispositivi di accountability su piattaforme digitali; densificazione del lavoro accademico dal punto di vista gestionale e manageriale; diffusione di sistemi di quality assurance e di indicatori di qualità; spostamento dall'insegnare all'apprendere e dalle conoscenze alle competenze. Si tratta di dinamiche che creano una stratificazione (a volte caotica) di istanze trasformative in cui la didattica se da un lato viene proclamata come nuova sfida per l'innovazione accademica dall'altra è sottoposta alle continue pressioni della razionalizzazione e della qualità formale. La ricerca intende interrogarsi attorno ai seguenti aspetti: Le caratteristiche specifiche di una didattica innovativa; Cosa significa passare da una logica dell'insegnamento e una dell'apprendimento?; La didattica universitaria è ancora un affaire solo individuale o sta diventando una pratica di governo e coordinamento? Quale il ruolo dei supporti tecnologici alla didattica universitaria? Come si supportano i docenti nell'innovazione didattica? Cosa significa fare didattica nell'università della valutazione e delle piattaforme digitali? La ricerca prevede la realizzazione di uno studio di caso qualitativo multisituato all'interno dell'Università Sapienza che ha avviato progetti formativi e di ricerca di sostegno all'innovazione e al mitlioramento della didattica universitaria.

ERC: 
SH3_11
SH3_14
Innovatività: 

Almeno tre sono gli elementi innovativi che intendiamo introdurre con questa ricerca.
In primo luogo il progetto di ricerca si propone come obiettivo il superamento del dibattito mainstream sulla qualità universitaria (Castagnaro & Capogna, 2014; Turri, 2014; Mangano & Luzzatto, 2016; Refrigeri, 2017; Serafino, 2018; Pastore, 2017; solo per citarne alcuni) orientato a leggere il grado di conformità o difformità delle pratiche rispetto alla politiche introdotte per proporre una focalizzazione su come nelle pratiche didattiche, anche sotto la pressione dei dispositivi delle riforme, vengono tradotte innovazioni che vanno oltre l'apparente immobilismo che caratterizza la didattica universitaria (Fassari, 2012). Se è vero che la centralità dello studente in molti corsi di laurea italiani rimane ancora un concetto praticato tutt'al più a parole (Luzzatto, Turri, 2016), obiettivo della ricerca, è di far emergere quelle pratiche didattiche ed innovazioni dal basso che stanno modificando l'approccio all'insegnamento riconoscendo nello studente un agente attivo nei processi di costruzione della propria conoscenza (Fabbri e Melacarne, 2015). L'intento è di lavorare sul tema della "deprivatizzazione delle pratiche didattiche" per lavorare sull'emergenza di processi collettivi e organizzativi nei quali la didattica diviene esplicitamente uno spazio di sperimentazione di nuovi metodi, di diffusione di risultati di ricerca, di contatto con il mondo esterno (organizzazioni, esperti, istituzioni), di innovazione tecnologica e culturale.
In tal senso la ricerca intende porsi oltre il dibattito che adotta un'ottica solo critica verso i dispositivi derivanti da policy di stampo neoliberista, e piuttosto analizzare quello spazio di tensione che si crea tra tali dispositivi e le pratiche didattiche sul campo. I dispositivi di controllo e rendicontazione, infatti, non sono delle black box ma oggetti sono sempre sotto costruzione, che vengono in diversi modi tradotti e addomesticati ai vari livelli di scala e di utilizzo. Sono quindi strumenti di governo e di controllo, ma al contempo partners (in)evitabili la cui azione dipende anche da come vengono tradotti nelle pratiche. In questo spazio di tensione entrano in gioco inoltre le dimensioni individuali e collettive della professione docente, poiché mentre la rendicontazione resta in molti casi una pratica individuale, i dispositivi di governo richiedono al contempo collegialità e pratiche collettive. Nonostante le rigidità del regime dispositivo si crea quindi uno spazio in cui i vari attori intervengono con modalità diverse, e in cui vengono a crearsi opportunità, problematiche e soluzioni impreviste, che vanno oltre il rigore delle prescrizioni e che possono produrre innovazione. Come si muovono in questo spazio di tensione gli attori? A fronte di un primato della prestazione, negli interstizi del dispositivo quali spazi si creano per il ruolo creativo della performatività (stile, posture, linguaggio, fare)? Quando ore, spazi, contenuti, sono disciplinati da un'ottica di rendicontazione, come si combinano e a cosa danno vita elementi quali l'interdisciplinarietà, la differenziazione di metodi e strumenti, l'ibridazione tra conoscenze e competenze?
L'obiettivo del dare risposta a queste domande di ricerca sarà affiancato infine al tentativo di stimolare un processo riflessivo oltre che interpretativo. A partire dal metodo di arruolamento nelle interviste, ai focus group e seminari che si intendono organizzare con i docenti, si tenterà infatti di mettere in comune la conoscenza sociologica prodotta in modo che essa possa essere rivisitata e messa a frutto, dando luogo così ad una circolarità dei saperi prodotti tra ricercatori e partecipanti alla ricerca.

Codice Bando: 
985992

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