
Il Laboratorio di Costruzioni Idrauliche e Marittime si occupa della modellazione fisica di fenomeni idraulici relativi ad opere di Costruzioni Idrauliche e Marittime.
Dal 2020 le attività del Laboratorio sono state incentrate sulla costruzione del modello fisico della diga del Liscione, ubicata nel comune di Guardialfiera in Molise. La costruzione della diga, avvenuta negli anni 1967-1973, ha avuto come obiettivo la raccolta delle acque del fiume Biferno per la realizzazione di un invaso artificiale asservito principalmente agli acquedotti e all’irrigazione del Basso Molise per un’estensione territoriale di 20000 ettari, nonché alla regolazione delle piene. L’invaso, ottenuto con uno sbarramento in materiali sciolti, il cui corpo diga ha un’altezza di 60.0 m, ha un’impronta alla base di forma trapezoidale.
L’obiettivo delle prove sperimentali condotte presso il Laboratorio di Costruzioni Idrauliche e Marittime è stato quello di studiare un idoneo sistema di protezione dell’alveo del fiume Biferno, oggetto di significativi danni in seguito all’evento alluvionale avvenuto il 24-25 Gennaio 2003, mediante l’impiego di massi naturali ed eventualmente di massi artificiali disposti in doppio strato alla rinfusa da accoppiare all’eliminazione della soglia rettilinea posta nella sezione terminale del canale di scarico dello sfioratore di superficie che, come evidenziato da apposite prove sperimentali, ha dimostrato ridurre considerevolmente l’efficienza idraulica dell’attuale vasca di dissipazione.
L'attività sperimentale è stata commissionata all’Università di Roma “La Sapienza” dall’ente gestore dell’impianto, l’Azienda Speciale Regionale Molise Acque, che ha richiesto la realizzazione di un modello in scala 1:60 in similitudine di Froude. Nello stesso laboratorio di Costruzioni Idrauliche e Marittime, il Prof. Arredi, che ha progettato l’opera, realizzò il suo modello fisico in scala 1:70 nel 1968. Diversamente da allora, il modello attuale presenta delle dimensioni maggiori in modo da sfruttare al meglio tutti gli spazi disponibili e, cosa più importante, al fine di minimizzare gli “effetti di scala”.

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