The Laterza Publishing House and the Literary Debate on Italy During the "Economic Boom". Reconstruction of a Cultural Project Through Unpublished Correspondence
Tra gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento, nel pieno delle grandi trasformazioni nell’Italia del boom, la Casa editrice Laterza si fece promotrice di una serie di volumi dedicati all’analisi di vari aspetti del tempo presente, dalla politica all’economia, dalla filosofia alla nuova realtà industriale, dalla cultura alla società. Promotore dell’iniziativa fu Vito Laterza, nuovo timoniere della Casa Editrice dopo la fase di transizione seguita alla morte di Giovanni Laterza (1943), che soprattutto tramite la nuova collana “Libri del Tempo”, coinvolse nell’analisi una serie di scrittori e scrittrici come Anna Maria Ortese, Vitaliano Brancati, Leonardo Sciascia, Rocco Scotellaro, Carlo Cassola, Luciano Bianciardi ecc. Tra i volumi che ne nacquero ci furono anche due progetti collattanei: Il nuovo volto del Sud (1962), con scritti di Giorgio Caproni, Mario Pomilio, Carlo Bo ecc. e La generazione degli anni difficili (1962), nella quale furono interpellati alcuni fra gli esponenti più rappresentativi della generazione degli anni Venti, tra cui Italo Calvino, Oreste Del Buono, Ottiero Ottieri, Michele Prisco, ma anche i già citati Pomilio, Cassola e Sciascia, o il più anziano Franco Fortini. Il progetto, grazie a un approfondito sondaggio negli archivi epistolari della Casa editrice Laterza, che conserva numerose corrispondenze epistolari inedite tra l’editore e gli autori in questione, intende:
- Ricostruire i rapporti tra i singoli scrittori coinvolti nelle varie iniziative editoriali e Casa Laterza, contribuendo a un lavoro di recupero di un repertorio epistolare di grande interesse storico-letterario.
- Riflettere sul contributo di Laterza al dibattito letterario sull’Italia negli anni del boom, operazione mai tentata organicamente finora, e sul suo posizionamento rispetto ad altri dibattiti e interventi coevi (ad es. Letteratura e industria su «Il Menabò»)
