Anno: 
2018
Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_948568
Abstract: 

Con il termine modernizzzazione individuale si designa la dimensione microsociologica del processo di trasformazione delle strutture sociali, generalmente descritto guardando al fenomeno della urbanizzazione, a quello della diffusione dei sistemi di comunicazione e di istruzione di massa, a quello del consolidarsi dei settori economici del terziario e del secondario. Il postulato di tale accostamento dimensionale confida sugli estremi di un isomorfismo tra i cambiamenti macro e quelli inerenti alle caratteristiche di una personalità di base, in assenza della quale quei cambiamenti non sarebbero operanti o si rivelerebbero semplicemente implausibili. Gerry Lenski, a partire dagli Anni cinquanta, ha posto esemplarmente tale problema di 'corrispondenza' elaborando gli estremi di un evoluzionismo ecologico in cui lo stesso livello di sviluppo delle tecniche di produzione, comunicazione e trasporto materiale, confida su nessi di adeguatezza con il sistema economico-politico, quali condizioni di possibilità di quel livello di sviluppo, senza che da ciò rimangano peraltro escluse altre sfere dell'esistenza, appartenenti all'ambito della cultura materiale e a quello della cultura non materiale. Pertanto, la modernizzazione individuale non è interpretabile in chiave di emergenza anomica (romanticismo sociologico), quanto piuttosto, di un orientamento ambivalente che contempera il bisogno di innovazione con quello di conservazione. Ambivalenza, tanto più marcata in quanto uno dei due estremi venga esasperato da influenze esterne che ne accentuano la preminenza sull'altro, sollecitando così, per questa intrinseca asimmetria dei due estremi, il recupero di forza di quello che viene a trovarsi in posizione di 'ritardo'. Questa tematizzazione, che si deve in larga misura alla critica del modello evoluzionista lineare, da parte di John Gusfield, è l'ipotesi che guida l'indagine su giovani di diverse religioni al riguardo del loro modo di intendere religiosità e libertà.

ERC: 
SH3_10
SH3_4
SH3_3
Innovatività: 

Sebbene si ispiri a una linea di pensiero che, sul piano teoretico, risale alla sociologia del Novecento, convergentemente ad autori quali William Ogburn e il precedentemente citato John Gusfield, più tardi ad autori quali Everett Rogers, Paul Lazarsfeld, Raymon Boudon, il disegno della presente ricerca vuol dare ulteriore solidità alla critica del modello lineare, che ancora domina il campo degli studi sulla modernizzazione. Modello, che riguarda sia il contesto analitico dell'osservazione dei processi macro (ad esempio, l'evoluzione dei sistemi politici), sia il contesto dei fenomeni micro, quello della cosiddetta "modernizzazione individuale", in cui sono in gioco i confini fenomenici di convenzionale riferimento all'ambito del rapporto cultura-personalità. Tale modello lineare, a sua volta di lontana ispirazione spenceriana e durkheimiana, confida sulla possibilità di concepire le dinamiche di innovazione culturale in termini sostanzialmente "discontinui", ossia nei termini di un principio di effettiva adattività che separa senza residui forme culturali ed organizzative emergenti da forme superate per sostituzione, con l'incedere del processo della loro decadenza. Per qualche non trascurabile aspetto, tale impostazione, dalla quale prende le distanze il disegno di indagine qui presentato, attinge alla interpretazione che un positivismo ingenuo, non assopito, è venuta offrendo attraverso una ipostatizzazione dell'analisi weberiana del processo di razionalizzazione della società occidentale, soprattutto attraverso un richiamo all'enfasi che, al riguardo, l'autore tedesco aveva posto sul consolidarsi dell'organizzazione burocratica del lavoro e sulle sue ricadute strutturali. L'indirizzo teoretico della ricerca persegue, in questo senso, lo scopo di sgombrare il peso che le articolazioni dualistiche della concettualizzazione sociologica ereditano dalla sua matrice evoluzionista, con uno sforzo orientato a favore di impostazioni osservative e assiomatiche meno vincolate ad dogma della discontituità e della antitesi fra universi culturali; a favore, altresì, di una teoresi capace di interconnettere in termini diversi dal passato (come sopra accennato) l'analisi culturale e quella delle strutture posizionali della vita associata. Nel campo della sociologia del lavoro e dell'organizzazione, prime tracce di una revisione del genere si trovano nel programma di studi, pure ispirato a Weber, finalizzato a porre in luce la centralità dei legami informali, del simbolismo carismatico, della condivisione emotiva, nel mantenimento della stessa efficienza economica (microeconomia aziendale), secondo una line di pensiero che porterà, in termini analoghi, molto lontano: al tema della "influenza personale" (Columbia), all'analisi di rete (con Mark Granovetter ed epigoni), ai modelli di interpretazione della componente non economica dei processi di innovazione economica (con il sopra citato Everett Rogers).
L'obiettivo pratico-politico della ricerca è, per conseguenza di ciò, rivolto alla sollecitazione di forme gestionali della convivenza multietnica, in grado di cogliere il dinamismo autoreferenziale delle identità nazionali, etniche, religiose; prestando attenzione alle loro modalità di ridefinizione e riorganizzazione reciproca, come se tali identità risentissero degli effetti costitutivi delle loro processualità di incontro e di eterogenesi.

Codice Bando: 
948568

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