Limite come spazio. Il bosco struttura del paesaggio urbano
Il bosco di Roma - struttura lineare con un margine interno definito dall’edificazione e uno spessore mutevole, adattabile e in grado di crescere nel tempo - è un’opera che cerca di affermare una dimensione estetica ed immaginifica che supporti l’etica della sostenibilità. Il bosco, che al tempo stesso ha un ruolo urbano di contenimento dello sprawl - definendo un margine fisico tra aree urbanizzate ed aree non più edificabili - e un ruolo ambientale di connessione fra aree naturali urbane e periurbane, costituisce una misura efficace di salvaguardia della biodiversità, di valorizzazione del territorio, di compensazione ambientale. È poi uno strumento di rigenerazione delle aree di margine, oggi prive di spazi comuni che prevedano socialità tra gli abitanti. Il bosco non è dunque semplicemente una linea che separa un dentro da un fuori ma uno spazio di soglia, un confine sensibile che rende manifesto - e fisico - il passaggio dall’area urbanizzata all’area agricola, dalla città al paesaggio. Oltre a questo fine protettivo il bosco è anche produttivo (biomasse, legname di pregio, frutteti) oltreché fonte di servizi ecosistemici, e punta a trasformare la fascia di campagna urbana da area incerta, di risulta o di scarto, a valore urbano in grado di fornire nuove spazialità, di favorire l’interazione sociale e rafforzare i sentimenti di riconoscibilità e appartenenza degli abitanti, di rilanciare la produzione agricola e lo sviluppo di attività di innovazione economica.