Regionalismo “naturale” e “aristocratico” nell’architettura sacra di Gabetti e Isola
Passando in rassegna la produzione architettonica di Roberto Gabetti e di Aimaro Isola risulta rapidamente evidente che la progettazione e le realizzazioni di architettura sacra segnano e scandiscono l’intera arcata temporale della loro attività professionale, a partire dai primi anni Cinquanta. Approfondendo la lettura della prima decade di opere – circa quaranta –, risulta evidente che molto presto i giovani architetti torinesi si distinguono per almeno tre opere. Il palazzo della Borsa Valori (1952-1956: vincono un concorso lo stesso anno della laurea1), la Bottega d’Erasmo (1953-1956: opera che suscita un acceso dibattito che coinvolge alcuni protagonisti della cultura architettonica dell’epoca2) e il progetto non realizzato del Convento a Chieti del 1957.