Ripensare il soggetto tra relazionalità e relazionismo
Il contributo esamina due polarità radicalmente divergenti che segnano il panorama culturale, le prassi, le politiche, le rivendicazioni odierne. Si tratta del paradigma individualistico da una parte e, dall’altra, di quello che definisco paradigma “relazionistico”. Mentre il primo ha come suo fuoco teoretico l’individuo nella sua singolarità ontologica autocentrata, il secondo considera l’essere umano dissolto nella sua sostanzialità e prodotto dalla/e relazione/i. Nel testo presentato si evidenzia come entrambe queste derive convergano paradossalmente su esiti dissolutivi dell’umano, il primo in un orizzonte sociobiologistico, il secondo nella affermazione del possibile trasmigrare dell’umano in inumano o sovrumano, e nella dissoluzione di ogni senso ‘naturalmente’ dato all’umano fino al confine delle caratteristiche corporee sessuate. L’analisi prosegue analizzando le aporie che sorgono sia all’interno di un orizzonte a-relazionale sia in uno totalmente relazionistico, per giungere a proporre alcune riflessioni sulla necessità di affrontare nuovamente la via del ripensamento della relazionalità ontologica da cui entrambi i paradigmi descritti avevano preso decisamente le distanze.