La crisi del rapporto tra politica e religione. Il referendum sull'aborto in Irlanda

01 Pubblicazione su rivista
Lavagna Gavina
ISSN: 2279-7238

L’articolo affronta nelle parte introduttiva una comparazione tra il processo di secolarizzazione intervenuto in Italia a partire dalla seconda metà degli anni ’60, in cui si assiste ad un periodo di profonda trasformazione e all’’affermarsi di una società destinata a cambiare repentinamente in virtù delle grandi riforme sul fronte dei diritti civili e sociali, e quanto invece iniziato in Irlanda negli ultimi vent’anni. Quella irlandese, da sempre definita fra le Nazioni più cattoliche e conservatrici al mondo, infatti, attraverso una serie di eventi di carattere politico istituzionale, ha avviato solo di recente un processo di trasformazione verso una nuova definizione dell’identità nazionale, dopo secoli di egemonia culturale cattolica.
A testimonianza di tale processo, il lavoro analizza nel proseguo il referendum costituzionale con cui la popolazione irlandese è stata chiamata alle urne per l’abrogazione dell’ottavo emendamento della Costituzione che, introdotto con il referendum del 1983, rendeva di fatto illegale l’aborto. La questione dell’aborto, oggetto da sempre di acceso confronto tra le parti in campo, è ricostruita nelle sue tappe fondamentali fino al referendum costituzionale del 28 maggio 2008 il cui esito positivo ha condotto alla possibilità di immettere nel Paese una legge sulla regolamentazione volontaria della gravidanza permettendo, di conseguenza, un altro passo decisivo nel processo di secolarizzazione, ed una conferma della perdita di influenza della Chiesa cattolica sulla società e le istituzioni, dopo che il referendum del 1995 aveva introdotto il divorzio e quello del 2015, dichiarato ammissibili i matrimoni egualitari.

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