Beni comuni, partecipazione civica e cura della città
Nell’ultimo decennio la crisi dei canali tradizionali dell’intermediazione politica ha aperto la strada a sperimentazioni di pratiche di partecipazione che di fatto ridefiniscono i confini dell’attivismo civico. I cittadini rivendicano il diritto a decidere in prima persona del proprio futuro, che non di rado si configura come un diritto di resistenza esercitato mediante l’azione popolare.
In questo contesto, il dibattito sui beni comuni ha contribuito ad aprire nuove prospettive analitiche a partire dalle quali esaminare la partecipazione civica. La cura dei beni comuni si traduce infatti in pratiche che fungono da potenti attivatori di partecipazione civica, ridefinendo le modalità del rapporto tra cittadini, politica e amministrazione.
Gli spazi urbani in particolare, costituiscono il contesto all’interno del quale sperimentare soluzioni innovative che reinterpretino le dicotomie pubblico/privato, stato/mercato, individuale/collettivo a partire da una prospettiva diversa da quella che ha rappresentato il paradigma dominante nelle discipline giuridiche, politiche e sociali moderne.