L'impresa. Fondamenti e profili economico-finanziari

03 Monografia
Gatti Corrado, Renzi Antonio, Vagnani Gianluca

Il Capitolo 1 illustra la formulazione di un modello di analisi dell’impresa articolato su tre concetti interagenti: contesto (interno ed esterno), azione e prestazione. A seguire, il capitolo illustra le differenze tra processi di produzione e di consumo e delinea i tratti caratteristici dei processi di scambio e della divisione del lavoro tra individui, fenomeno quest’ultimo che amplifica i fabbisogni di coordinamento delle iniziative individuali. Tali fabbisogni di coordinamento degli individui sono coperti mediante istituzioni diverse. Nell’ordine, vengono approfonditi i mercati, le organizzazioni in generale e, quindi, l’impresa, quale specifica organizzazione finalizzata alla produzione di reddito. Con riferimento all’impresa, lo studio contribuisce a una lettura dell’evoluzione di questa istituzione nel corso del tempo: dall’impresa artigiana a quella mercantile, dall’impresa industriale alla grande impresa organizzata in forma di società di capitali. Con riferimento alla grande corporation il lavoro si sofferma sulla distinzione tra soggetto economico e soggetto giuridico, capitale di comando e controllato, impresa a controllo proprietario forte e debole, sui potenziali conflitti di interessi che possono sorgere tra azionisti e manager e tra azionisti di controllo e azionisti di minoranza. Il capitolo si conclude analizzando la dimensione delle imprese in ottica sia quantitativa che qualitativa, nonché il tema dei gruppi di imprese.
Il Capitolo 2 prende le mosse dal concetto di decisioni (come scelta tra soluzioni alternative) e, dunque, di processo selettivo. La scelta tra soluzioni alternative deve salvaguardare la sopravvivenza dell’impresa e, quindi, perseguire obiettivi generali (aventi natura economico-finanziaria) che, a loro volta, dipendono dalla capacità dell’impresa di raggiungere traguardi particolari connessi alla competitività esterna e all’organizzazione interna. A ciò si lega la tradizionale distinzione tra decisioni strategiche, tattiche e operative. Nell’assunzione delle scelte il decisore deve anche considerare criteri decisionali riconducibili all’efficacia, all’efficienza, alla redditività e alla coerenza. Viene, inoltre, illustrata la distinzione tra rischio asimmetrico e simmetrico. Il primo si riferisce all’idea di rischio come pericolo di eventi sfavorevoli, il secondo si basa sul concetto di rischio come volatilità rispetto a un risultato medio atteso. Al riguardo, è stato evidenziato come tra redditività attesa e rischio sussista una relazione positiva: puntare alla crescita della redditività implica realizzare progetti aziendali più rischiosi; al contrario, l’avversione al rischio del decisore comporta un ridimensionamento degli obiettivi di redditività. La ricerca di un giusto trade-off tra crescita della redditività attesa e riduzione del rischio incontra spesso difficoltà dovute alle carenze informative e di conoscenza del decisore, da cui derivano le condizioni di incertezza e ambiguità decisionale. Il capitolo si conclude con un richiamo al ruolo svolto dalla flessibilità e dal committment nelle imprese le cui decisioni si inseriscono in un contesto caratterizzato da incertezza e ambiguità.
Il Capitolo 3 affronta il tema del confine dell’impresa, quale insieme delle combinazioni produttive che il manager ha ritenuto di collocare all’interno dell’impresa, e ne illustra il suo carattere dinamico. Vengono, altresì, analizzati i fattori che possono assumere rilievo nelle scelte inerenti il confine dell’impresa, quali la valutazione comparativa dell’efficienza interna e dei costi di transazione, le pressioni istituzionali, le crisi dei mercati serviti, la presenza di nuove opportunità di sviluppo, l’acquisizione di potere di mercato. Il capitolo affronta poi le due dimensioni, verticale e orizzontale, lungo le quali è possibile estendere il confine aziendale. Si introducono, quindi, le scel

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