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Nel quadro delle tematiche relative alla sostenibilità ambientale, la problematica dell’inquinamento ambientale indoor non ha ancora raggiunto, nell’ambito del contesto normativo da un lato e delle discipline di progettazione dello spazio costruito dall’altro, un livello di considerazione congruente con l’entità delle specifiche problematiche e conseguenze sulla salubrità degli spazi abitati ad essa correlate, soprattutto di ordine sanitario. Mentre in altri ambiti, come ad esempio quello energetico, le normative sono oramai talmente vincolanti e dense di richieste, parametri da rispettare, modus operandi da percorrere, che di fatto impediscono la realizzazione di edifici caratterizzati da consumi energetici elevati e fuori controllo come è avvenuto diffusamente negli ultimi decenni, orientando le attività di progettazione e di costruzione verso reali principi di sostenibilità energetico-ambientale, nel settore dell’inquinamento ambientale indoor non sembra ancora esservi la giusta attenzione e non si è ancora delineato uno specifico quadro normativo volto ad obbligare ad una adeguata considerazione dei molteplici parametri e fattori di inquinamento indoor nell’ambito delle attività di progettazione e di costruzione dello spazio confinato. Eppure, specifici e autorevoli studi indicano chiaramente la pericolosità dell’inquinamento indoor: Il “Global Healt Risk: Mortality and burden of disease attributable to selected major risks” (World Health Organization, 2009) evidenzia come l’inquinamento indoor sia responsabile del 2,7% del carico globale di malattia nel mondo, tanto che il tema dell’inquinamento ambientale indoor è da tempo molto considerato e attenzionato anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha già prodotto differenti linee guida in materia e che si sta adoperando affinché ogni Paese sviluppi piani di prevenzione e controllo, nonché strategie per la realizzazione di ambienti indoor sostenibili, in grado di assicurare salubrità, protezione della salute, comfort ambientale.