Observation and Interpretation of Micro-Residues on Archeological Artefacts: Exploring the Applicability of Confocal Laser Induced Fluorescence (CLIF) Technique

L’analisi dei micro-residui è un metodo fondamentale per rilevare, documentare e interpretare la funzione degli artefatti rinvenuti nei siti archeologici. Durante il loro utilizzo, gli oggetti realizzati con qualsiasi tipo di materia prima intrappolano nelle loro aree attive (ad esempio, il filo di un coltello) particelle degli elementi organici e inorganici che compongono i materiali lavorati. Queste particelle, sebbene degradate, possono persistere sugli artefatti e, se opportunamente campionate e analizzate, fornire informazioni preziose sulla storia d’uso degli antichi strumenti e sul loro ruolo nelle società del passato.

Attualmente, l’analisi dei micro-residui si basa su protocolli che integrano diverse tecniche, consistenti nel rilevamento morfologico dei micro-residui sulle superfici archeologiche mediante microscopia, associato all’applicazione di tecniche chimiche non invasive. Sebbene questi protocolli consentano di ottenere dati significativi riguardo all’uso degli antichi artefatti, non permettono di raggiungere un elevato livello di dettaglio a causa dei limiti intrinseci di tali tecniche, che spesso forniscono soltanto un’identificazione composizionale parziale.

Per superare queste limitazioni, il passo successivo necessario nei protocolli analitici consiste nell’applicazione di tecniche invasive e distruttive, come ad esempio la gascromatografia accoppiata alla spettrometria di massa (GC-MS).

Questo progetto si propone di esplorare l’applicabilità della Fluorescenza Indotta da Laser Confocale (CLIF), utilizzando una nuova apparecchiatura disponibile presso il laboratorio diretto dal responsabile scientifico (PI) del progetto. Sebbene molto promettente, grazie al suo potenziale di rilevare sostanze organiche e inorganiche in modo non invasivo e non distruttivo, la tecnica CLIF non è mai stata applicata prima all’analisi dei micro-residui.

La proposta è concepita come un progetto pilota focalizzato sulla caratterizzazione, tramite CLIF, di sostanze che possono essere costantemente presenti in un determinato materiale (ad esempio l’acido palmitico o l’acido α-linolenico per caratterizzare i lipidi), da utilizzare come marcatori per identificare micro-residui su superfici e strumenti antichi.

 

Responsabile del Gruppo

Cristina Lemorini

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