Profili di diritto societario delle Comunità Energetiche Rinnovabili

La transizione ecologica è al centro del dibattito. Uno degli strumenti per raggiungerla è quello delle Comunità energetiche (le "CE"). Le comunità energetiche esistenti vedono coinvolti soggetti pubblici e privati (consumatori o imprese) che si associano per autoprodurre energia elettrica da fonti rinnovabili e scambiarla.

Secondo la guida ENEA alle comunità energetiche entro il 2050 264 milioni di cittadini dell'Unione Europea si uniranno al mercato dell'energia come prosumer, generando fino al 45% dell'elettricità da fonti rinnovabili immessa nel sistema di distribuzione pubblico, e contribuendo così in modo determinante al raggiungimento della neutralità climatica.

In campo giuridico le CE sono state studiate soprattutto sotto il profilo di diritto amministrativo e ambientale (procedure di interconnessione e per ottenere i benefici). Pochi hanno però affrontato il fondamentale profilo dei rapporti interni tra partecipanti alla comunità e delle regole applicabili ai loro eventuali conflitti. Anzi, la neutralità della disciplina, che richiede che le CE siano "soggetti autonomi", ha indotto a ritenere irrilevante la forma giuridica adottata. Analizzando però i requisiti delle CE (ad es. quello del recesso ad nutum o dello scopo mutualistico) si prospettano ampi spazi di riflessione per gli studiosi di diritto societario.

La novità del fenomeno e lo stato embrionale dei primi progetti inducono a condurre uno studio interdisciplinare, il primo che vede cooperare giuristi e ingegneri elettrici, volto ad indagare le problematiche di diritto delle organizzazioni private connesse alla disciplina delle CE e alle esigenze tecniche che esse pongono.

Responsabile del Gruppo

Antonio Capizzi

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