Pio Spezi e le chiese di Roma: un'anticipazione della processualità nella lettura del patrimonio esistente
Componente | Categoria |
---|---|
Giorgia Pietropaolo | Dottorando/Assegnista/Specializzando componente non strutturato del gruppo di ricerca |
Alessandra Testini | Dottorando/Assegnista/Specializzando componente non strutturato del gruppo di ricerca |
abstract 2000
La ricerca ha come oggetto il ruolo di Pio Spezi (1861-1940), intellettuale, letterato, storico, noto oltre che per gli studi sul Belli, anche per la sua opera sulla bibliografia, la toponomastica e la topografia dell'intero patrimonio ecclesiastico di Roma, rimasta quasi completamente inedita. In essa lo studioso affrontava lo studio delle chiese della città, viste nel loro completo excursus storico e nella loro complessa consistenza religiosa e artistica, con un'ottica che oggi definiremmo multidisciplinare e interdisciplinare e che sottende precocemente la comprensione della processualità continua che interessa l'edificato. La novità del suo operato consiste anche nel fatto che egli non fece distinzioni di sorta né tra edifici maggiori e minori, né tra opere di nuova creazione e di restauro, e neppure tralasciò tipologie di fonti storiche, utilizzando anche la contemporanea letteratura giornalistica. Quest'ultima in particolare rappresenta spesso la fonte edita primaria per ricostruire nel loro processo, anche antropologico, le consistenti azioni di trasformazione ad alto e basso impatto che interessarono l'architettura ecclesiastica negli anni in cui si collocano i suoi studi - tra 1901 e 1940 -, legate alla modifica di ruolo che la città ebbe a seguito della nuova funzione di capitale e di Terza Roma e interrotte dalla Seconda Guerra Mondiale. Gli studi recenti su Spezi sono stati incentrati prevalentemente sul suo ruolo di letterato e poca attenzione hanno prestato alla sua opera di storico. La ricerca si propone, quindi, in primo luogo di ricostruire la sua attività attraverso la creazione di una banca dati relativa sia al materiale bibliografico che lo riguarda, sia a quello archivistico, di cui si prevede la pubblicazione, e in secondo luogo di utilizzare i dati così ottenuti per analizzare attraverso saggi specifici sia il suo pensiero, sia le trasformazioni, in particolare i restauri degli edifici religiosi di cui lo studioso dà conto.