Monitoraggio intensivo multiparametrico di dati idrogeologici e idrogeochimici correlabili alla sismicità in Appennino Centro-Meridionale

Anno
2021
Proponente Marco Petitta - Professore Ordinario
Sottosettore ERC del proponente del progetto
PE10_17
Componenti gruppo di ricerca
Componente Categoria
Valeria Lorenzi Dottorando/Assegnista/Specializzando componente non strutturato del gruppo di ricerca
Carlo Doglioni Componenti strutturati del gruppo di ricerca
Maurizio Barbieri Componenti strutturati del gruppo di ricerca
Componente Qualifica Struttura Categoria
Andrea Billi Dirigente di Ricerca IGAG - Consiglio Nazionale delle Ricerche Altro personale aggregato Sapienza o esterni, titolari di borse di studio di ricerca
Antonio Caracausi Ricercatore INGV - Sezione di Palermo Altro personale aggregato Sapienza o esterni, titolari di borse di studio di ricerca
Abstract

L'obiettivo del presente progetto è quello di proseguire attraverso monitoraggio intensivo, la ricerca di possibili precursori sismici con approccio multiparametrico che includa dati idrogeologici, idrogeochimici, geodetici e sismici in Appennino Centro-Meridionale. Il ciclo sismico, infatti, è accompagnato da variazioni dello stato tensionale che diventano più intense alla fine del periodo intersismico. La modifica dello stress provoca variazioni nella migrazione dei fluidi e quindi potenziali cambiamenti nella circolazione e nella geochimica delle acque sotterranee. E' noto che nel periodo intersismico la dilatazione del volume al tetto di una faglia normale, al di sopra della transizione fragile-duttile, provochi un aumento del volume dei vuoti, con un aumento della permeabilità a cui segue una diminuzione dei livelli piezometrici (fase intersismica); quando il volume interessato dalla dilatazione inizia a cedere, le fratture tendono a chiudersi e i fluidi ad andare in pressione, provocando un'inversione del trend piezometrico (fase pre-sismica) che culmina nella fase cosismica. Dal 2015 ad oggi sono state individuate alcune aree (nodi) particolarmente "idrosensibili" a questo processo, quali la Piana di Sulmona e la Dorsale del Matese. La Piana di Sulmona è stata interessata in passato da forti terremoti trovandosi lungo il prolungamento tettonico a SSW delle faglie da cui si è enucleato il terremoto Mw 6.3 che ha colpito L'Aquila il 6/4/2009 e del fascio di faglie esterne alla catena appenninica che hanno provocato la recente sequenza sismica di Amatrice-Norcia 2016. Inoltre, il territorio è caratterizzato da un basso valore di strain-rate indicativo di potenziali futuri terremoti. Ulteriori monitoraggi in corso nel Matese e nel Sannio forniscono risultati preliminari significativi, così come registrato anche nelle sorgenti dell'alto bacino del Fiume Nera (sorgente San Chiodo) in corrispondenza della sequenza sismica 2016-17.

ERC
PE10_17, PE10_5, PE10_11
Keywords:
IDROGEOLOGIA, GEOLOGIA STRUTTURALE, GEOCHIMICA DEI FLUIDI, TERREMOTI, MONITORAGGIO AMBIENTALE

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